Data Trekking: 21/06/2014

quota partenza (m): 1745
quota vetta (m): 2281
dislivello complessivo (m): 648

Accesso :
Autostrada o statale verso Bardonecchia, attraversare il paese e seguire per Melezet. Proseguire per le Grange di Valle Stretta.
Lasciare la macchina prima dei Rifugio 3° Alpini – Rifugio I Re Magi.

E’ tempo di tornare sulle nostre montagne.

strada montagne valle stretta

L’estate è appena arrivata, almeno sul calendario -dalle temperature sembra un inizio di primavera- e cominciano le scampagnate domenicali.
Noi, da amanti della montagna, non ci facciamo mancare una bella salita, nonostante il picnic tutti insieme.

Il più avventurosi partono già il sabato, anche se i soliti imprevisti da gruppo numeroso ci fanno arrivare a pomeriggio inoltrato e la nostra passeggiata si trasforma in un lungo aperitivo sulle rive del fiume a Grange di Valle Stretta.

Tenda nel verde alle Grange di Valle Stretta

Cominciamo a prepararci per la sera, tende montate -e c’è anche chi non si sa montare la propria!- fuoco acceso -non senza qualche problema- e brindisi a non finire.

Per concludere la serata si va al vicino rifugio dei Re Magi, dove con un caffè e dell’ottimo genepy ci danno la buonanotte.

L’indomani arriva il resto della compagnia: tre amici ed una bimba, subito sistemata nel suo zainetto sulle spalle del papà; occhiali da sole e cappellino e via, ci dirigiamo al rifugio la “Maison du Chamois”.
Prima di partire è d’obbligo una sosta contemplativa per ammirare il primo vero spettacolo della giornata: il Thabor ancora innevato (la cima stondata sullo sfondo) ed il massiccio del Grand Seru (in primo piano).

Grand Seru visto dalle Grange di Valle Stretta

C’è chi prova a dirottarci verso il vicino Lago Verde, spettacolare sicuramente, ma abbastanza affollato e sprovvisto di un bel prato dove sdraiarsi e mangiare. E poi si sa, bisogna meritarselo il pic-nic: quale modo migliore se non una bella salita?

Eccola, infatti, che ci aspetta quasi subito.

Grand Seru sentiero verso il Lago Lavoir

Raggiungere il Rifugio dei Camosci non è facile, soprattutto per il super papà con tanto di “sovrappeso”, ma con un po’ di pazienza si arriva e ci si merita uno spuntino. Anche la nostra piccola accompagnatrice è entusiasta del suo posticino in prima fila.

Refuge des chamois verso il lago Lavoir

Si riparte, direzione lago Lavoir -e pranzo-.

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La strada è lunga, ma mai troppo impegnativa e sempre molto panoramica. Costeggiamo per gran parte del percorso il fiume che scende dal lago a cui siamo diretti; le pozze e le piccole cascatelle che crea nella discesa a valle sono spettacolari, ci vuole tutta la nostra forza di volontà per non fare un tuffo!

L’ultimo ostacolo da superare è un costone a strapiombo sulla valle, che uno dei nostri amici non gradisce molto a causa delle vertigini.

panorama dal sentiero verso il Lago Lavoir

“Quando guardo le montagne ho i sentimenti delle montagne dentro di me: li sento, come Beethoven che sentiva i suoni nella testa quando era sordo e compose la Nona sinfonia. Le rocce, le pareti e le scalate sono un’opera d’arte.”

Reinhold Messner

Superato anche quest’ultimo ostacolo e attraversata una piana circondata dalle cime, qualcuna ancora innevata, in cui ci sembra di esser stati proiettati nel bel mezzo di un film, un’ultima piccola salita e ci si apre di fronte uno spettacolo che ripaga della strada: il lago Lavoir.
Si trova in fatti in una conca aperta su un solo lato, dal quale esce il fiume che scende a valle, superando il primo dislivello con una piccola, ma non per questo meno bella, cascata; anche il fiume che alimenta il lago vi si butta tramite una cascata, che confluisce in un piccolo rio che taglia la piana prima del lago.

Attraversarlo si rivela una sfida, l’acqua sciolta dal ghiacciaio non si è ancora scaldata ed i pochi passi immersi fino alle ginocchia sono piacevoli, ma anche parecchio freddi!

Attraversare il Lago Lavoir freddo

Ci siamo solo noi ed un altro piccolo gruppetto, la pace che troviamo quassù non si può descrivere. Con la pancia piena e il silenzio che solo l’alta montagna sa regalare, un pisolino è d’obbligo.

Sfida attraversare il Lago Lavoir

Troppo presto è ora di scendere; è difficile ritornare verso la civiltà ed i suoi ritmi frenetici, ci si consola solo sapendo che il prossimo weekend saremo di nuovo tra le nostre montagne.

In gruppo al ritorno dal Lago Lavoir verso Grange di Valle Stretta

“Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male. “

Renato Casarotto

AP