Data Trekking: 20/09/2014

Itinerario: Dal rifugio Selleries salire a monte dell’alpeggio e seguire il sentiero 337. Superare la Bergeria del Ciardonnet e raggiungere il lago, sempre proseguendo per il sentiero segnalato. Dal lago, seguire il sentiero ripido nel canalone e raggiungere il Colletto dell’Orsiera. Da qui è possibile risalire le due creste, la Sud arrivando alla croce in cima con facili passi d’arrampicata, la Nord, più alta, necessita di attrezzatura da arrampicata.

quota partenza: 1.980 mt
quota vetta: 2.890 mt
dislivello complessivo: 910 mt

Nuovi compagni d’avventura ci accompagneranno oggi. Siamo riusciti a convincere due ragazzi ad accompagnarci nei nostri fine settimana fuori porta, un buono sportivo e la sua compagna che mai prima d’ora ha messo piede in montagna. Entusiasti del programma e ben equipaggiati, dopo una settimana di domande e delucidazioni -no, le infradito non servono; no, non scaleremo l’Everest; si, uno zaino comodo sarebbe opportuno- ci dirigiamo verso la nostra prima tappa, ormai nota, il Rifugio Selleries.

La giornata promette bene, un tiepido sole fa capolino dalle nuvole già di prima mattina e ci accompagna lungo la nostra salita verso il parcheggio del rifugio. Lasciamo qui le macchine -in previsione della stanchezza di domani, ci siamo risparmiati un’ora di discesa a fine avventura, l’impigrimento avanza! Lasciate le macchine, presa la stanza, allacciati gli scarponcini -alcuni usatissimi, altri nuovi di zecca- ci dirigiamo verso l’inizio del sentiero.

Rifugio Selleries

 

“Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne”
Immanuel Kant

Lo spettacolo è entusiasmante fin dai primi passi; saliamo di qualche metro dal rifugio e la vista spazia su tutta la valle, ricoperta da uno strato di soffici nuvole che celano le città là sotto, ma creano un’atmosfera magica. Non conoscendo il sentiero che porta alla vetta del monte Orsiera, imbocchiamo quello per punta Cristalliera, dal lato opposto del fiume e ci vuole qualche minuto per accorgerci che non è la direzione giusta -belle guide che siamo!- ma un piccolo aggiustamento di rotta, ritorniamo all’alpeggio e troviamo il sentiero giusto dopo aver attraversato i pascoli.

Sentiero verso il Monte Orsiera

La salita è piacevole e non impegnativa, una piacevole passeggiata giusto per scaldar le gambe in vista della vetta -i nostri compagni d’avventura non la pensano proprio così, ma è solo una questione di allenamento- e piano piano, tra foto e piccole pause, raggiungiamo prima le Bergerie semi diroccate e poco dopo, finalmente, il lago Ciardonnet. Una leggera pioggierellina ci attende, ed un provvidenziale masso ci ripara durante il pranzo.

I nostri compagni d’avventura si fermano qui, l’ultima salita è infatti abbastanza scoscesa, bisogna risalire la pietraia che risale il vallone sopra il lago e non è propriamente adatto a chi scopre la montagna per la prima volta. Li aspetta una piacevole passeggiata ed un rilassante pomeriggio al sole giù al rifugio.

Lago Ciardonnet

Noi, invece, in compagnia del nostro fedele amico quadrupede, ci prepariamo per la salita. Il cielo si libera ed i raggi di sole autunnali ci scaldano ed illuminano il lago Ciardonnet ai nostri piedi, regalandogli riflessi blu e smeraldo, fantastico.

Zaino in spalla, qualche goccia ancora che cade e ci tocca coprirci per bene. Puntiamo dritti alla cima, non accorgendoci che il sentiero parte un po’ prima. E così ci ritroviamo ad inerpicarci su per i massi, chiedendoci come fosse possibile che i due signori di prima fossero riusciti a passare di lì -è un’arrampicata vera e propria, ringraziamo le tante lezioni in Accademia Torino e le braccia forti che ci ritroviamo.

Vista dal lago Ciardonnet

“Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna;

se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola;

mase cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa”

Kahlil Gibran

Ritrovato il sentiero, decisamente più comodo che il nostro scapestrato tentativo di free climbing, ci avviciniamo pian piano al colle. La salita non è lunga, né eccessivamente faticosa, ma bisogna far attenzione ad ogni passo perchè è molto ripida e lo strato ghiaioso non aiuta di certo. Non ci lasciamo scoraggiare -i signori che abbiamo incontrato al lago non erano ragazzini, e non sembravano minimamente provati!- e passo dopo passo, scivolata dopo scivolata, raggiungiamo il Colletto dell’Orsiera.

Monte Orsiera Picco sud

La leggera pioggia ha reso umide le rocce e decidiamo di evitare la salita alla croce sulla punta Nord, il sentiero troppo scivoloso e pericoloso. Peccato, ci toccherà -con nostro gran dispiacere 🙂 – tornare un’altra volta per conquistare la vetta.

La vista spazia senza fine ed intravediamo addirittura il lago del Moncenisio, inconfondibile con i suoi colori sgargianti.

Ce la siamo presa con molta calma per salire ed i nostri amici ci aspettano per la cena, quindi decidiamo di scendere quasi subito, complice anche un vento gelido che si è alzato in vetta.

La discesa è veloce, la strada scorre in fretta sotto i nostri piedi, ma sulla via del ritorno siamo affascinati da uno spiazzo erboso, esattamente sopra il rifugio Sellerie, illuminato da un raggio di sole solitario. Sembra una di quelle visioni da film, e proprio come nei film siamo attratti laggiù, impossibile resistere.

Vista sulla Val Chisone

La piccola deviazione -il sentiero che collega lo spiazzo con il rifugio è in linea d’aria con la quota a cui ci troviamo- non ci ruba molto tempo, ma la ricompensa, al contrario, è grande. E’ un piccolo spiazzo che domina la valle sottostante, un vecchio pilastro votivo si affaccia direttamente sullo strapiombo, e la vista non ha eguali. Ci prendiamo qualche momento per rilassarci e scaldarci dopo il freddo della discesa in ombra, anche Mia -il piccolo beagle- affascinata dalle nuvole che coprono la valle.

Ma il sole che ci sta scaldando cala veloce, e veloci noi scendiamo al rifugio, dove ci aspetta una cena a base di prodotti locali, ed i colori di uno tramonto dai riflessi rossi e arancioni, nella splendida cornice offerta dalla terrazza e dalla piccola cappella del rifugio.

Rifugio Selleries

Sfamati a dovere, riscaldati e quasi pronti per andare a dormire, decidiamo di fare l’ultima passeggiata della giornata. Pochi passi ci portano verso il pascolo di fronte al laghetto, non c’è luna ma questo ci dà la possibilità di vedere tutte le stelle, in un cielo che si è completamente liberato dalle nuvole, lasciandoci liberi di ammirarlo in tutto il suo buio splendore.

Notte al Rifugio Selleries

Rientriamo, ci aspetta una calda coperta sotto cui riscaldarci, anche se la temperatura è ancora tiepida, ed una notte di riposo. Domani, lasciati i nostri amici, ci raggiungerà un amico di avventure, per accompagnarci verso Punta Cristalliera.

Buonanotte!

AP