Diario di Viaggio

Abbiamo deciso, dopo le più svariate proposte, il nostro road trip ha finalmente una forma, almeno in generale. Ci siamo lasciati ampio margine di decisione, nessun ostello o albergo prenotato, nessuna tappa forzata; c’è un piano generale, posti da vedere, ma quando e come lo decideremo in viaggio.

L’unica cosa certa sono i nostri primi due compagni di viaggio: conosciuti tramite Blablacar, diretti all’inizio del Cammino di Santiago, ci accompagneranno fino a Zarautz al confine tra Spagna e Francia, Paesi Baschi, sull’Oceano Atlantico, qualche chilometro da San Sebastiàn.

“Se la nostra esistenza si svolge all’insegna della ricerca della felicità, forse poche cose meglio dei viaggi riescono a svelarci le dinamiche di questa impresa”.
Alain de Botton

Appuntamento venerdì sera a casa nostra, cena insieme per conoscerci e poi a dormire presto -no, non li conoscevamo e si, li abbiamo ospitati a casa nostra non sapendo se fossero serial killer o psicopatici. Sveglia solo qualche ora dopo, per evitare le code optiamo per la famosa “partenza intelligente“, che fanno, intelligentemente, in tanti. Ci salva la nostra decisione di prendere meno autostrade possibili -sarà così durante tutto il viaggio- e ci dirigiamo verso la Francia per una strada che, almeno nella prima parte, ben conosciamo.

La prima tappa è Oulx, dove inizialmente dovrebbe aspettarci una colazione veloce in un bar che ci dà sempre soddisfazioni durante le nostre uscite invernali da queste parti, ma con nostra grandissima sorpresa, il mercatino dei prodotti locali oggi passa di qui. Impossibile resistere alla tentazione, i nostri amici milanesi -e soprattutto il nostro amico di origini Californiane- merita un assaggio dei formaggi e salami delle nostre valli.

salami e formaggi a Oulx

Passando dal valico di Monginevro, così diverso da come lo vediamo solitamente in inverno -piste da sci, tutto imbiancato, sciatori e snowboarder ovunque- ci dirigiamo verso Gap, attraversando il meraviglioso paesino di Savines-le-lac ed il suo ponte sul Lac de Serre Ponçon.

Ci fermiamo, di nuovo, sulla sponda del lago per gustarci la nostra profumatissima seconda colazione: vista sul lago e sulle montagne verdissime, camioncino con pittoresco inquilino, salame e formaggio sapientemente scelti dopo anni di assaggi…un ottimo gustosissimo inizio!

Savines-le-Lac, Lac de Serre Poncon

Abbondantemente in ritardo sul programma di viaggio -troppe fermate, ma tutte assolutamente gradite- ci rimettiamo in marcia. Il nostro itinerario, cercando di escludere le autostrade a pedaggio, è un po’ articolato e, soprattutto, poco chiaro. Prevediamo di passare per Gap, Grenoble, Montpellier e poi dirigerci verso Tolosa ed infine verso San Sebastiàn. Ci atteniamo abbastanza al percorso programmato, almeno fino a poco prima di Tolosa, quando le prime avvisaglie, in forma di spie rosse accese sul cruscotto, ci fanno prevedere che il nostro sarà un lunghissimo viaggio.

Le belle notizie non tardano ad arrivare e vedere del fumo uscire dal cofano della macchina, in coda poco prima di Tolosa, ci scombussola tutti i piani. Acqua del radiatore surriscaldata a causa della ventola rotta: proviamo a trovare una riparazione veloce, ma con scarsissimi risultati. L’unica soluzione è evitare a tutti i costi le code e sperare che non si alzi tanto la temperatura dell’aria. Per cercare di risolvere entrambi i problemi deviamo e cerchiamo strade secondarie poco trafficate, bassa velocità e buon ricircolo d’aria, garantito dal riscaldamento acceso che ci farà sudare fino a tarda notte.

fumo dal radiatore e prime preoccupazioni

E’ l’unica soluzione possibile ed armati di tanta pazienza e voglia di arrivare, finestrini abbassati e velocità media di 70 km/h, percorriamo gli ultimi 300 chilometri abbondanti così.

In qualche modo, tra mille soste, acqua fredda nel radiatore e altre brillanti idee, arriviamo a San Sebastiàn! Ci sono volute, in tutto, quasi 17 ore per poco più di 1000 chilometri. Ed il bello è che è solo l’inizio della storia.

“Quando hai degli intoppi se ti preoccupi li raddoppi.”

Bob Marley

Già, perchè il nostro viaggio all’avventura non prevedeva di prenotare il campeggio per la prima notte, pensando di avere ampio margine per cercare un posto una volta arrivati. Scopriamo, davanti ad un bicchiere di sangria, che il campeggio (http://www.campingigueldo.net/) che avevamo adocchiato su internet, è pieno e quello poco lontano non accoglie i visitatori dopo la mezzanotte.

Quasi decisi a piantare la tenda a fianco della macchina, nel primo parcheggio disponibile, il provvidenziale bicchiere di sangria al bar ci fa conoscere un simpatico signore che, in un misto tra lingua Basca, gesti vari, tentativi di traduzione, ed anche una buona dose di alcool, ci accompagna al suo campo di grano, appena tagliato e ci offre di piantare li le nostre tende.

Campeggio improvvisato a San Sebastian

Immaginatevi la scena: tarda notte, un signore non eccezionalmente sobrio, alla guida del suo furgoncino sbilenco, ci fa strada in aperta campagna, senza un lampione ne’ una casa, e poi, quando ormai eravamo quasi decisi a girare la macchina e scappare a gambe levate, si ferma davanti a quello che pare un campo nel buio pesto di una notte senza luna. Da buoni italiani con pregiudizi, ci aspettavamo che scendesse dalla macchina con l’accetta in mano, gli occhi sgranati e ci facesse dire le nostre ultime parole, ed invece abbiamo passato la miglior notte della nostra vacanza, grazie all’erba morbida a farci da materasso.

Al nostro risveglio abbiamo finalmente avuto modo di renderci conto di dove fossimo, visto che la tenda era stata montata alla luce delle torce senza riuscire a vedere ad un metro di distanza.

Un veloce saluto ai nostri compagni di viaggio che qui ci lasciano, per dirigersi verso Lèon, da dove prenderanno l’ultimo mezzo e cominceranno poi il loro lungo cammino. Continueremo a sentirli di tanto in tanto, per tutta la vacanza, con la promessa di rivederci alla fine delle vacanze.

Affamati, dopo la lunga giornata di viaggio, i problemi, e qualche sporadico spuntino lungo la strada, ci dirigiamo finalmente verso San Sebastiàn, per gustare la prima vera colazione iberica. Un pessimo caffè annacquato, accompagnato da un’ottimo croissant, nel complesso non male, ci danno il buongiorno in terra straniera, per un inizio di vacanza entusiasmante.

Diario di Viaggio

AP