Diario di Viaggio

Finalmente lontani dalla città. I primi chilometri sono stati devastanti, in coda, persi nelle viuzze, fuori strada.

Poi, riuscendo finalmente ad uscire dall’intricato reticolo di strade che circondano Porto, ci siamo infilati sulla strada più piccola segnata sulla cartina, quella che passa praticamente sul mare, con il fondo disconnesso, che segue ogni curva della costa, ma anche la più rilassante, tranquilla, meno trafficata.

Finestrini abbassati -anche se una piccola sosta di ieri ci aveva fatto, finalmente, trovare e riparare il fusibile del radiatore! – anche se ora non serve più, ci addentriamo in strade a malapena segnate sulla cartina, l’aria fresca dell’oceano che entra in macchina, il cielo assolutamente terso, l’odore dei pini marittimi che ci rilassa.

La tappa di oggi non è lunghissima, ma la strada intrapresa allunga parecchio. Ci godiamo ogni metro in questo paradiso deserto.

Strada per Torreira

La nostra destinazione è quella lingua di terra, davanti alla città di Aveiro, separata dalla laguna, dove si trova il parco naturale delle Dune di San Jacinto. E’ uno di quei posti di cui abbiamo visto solo alcune foto, guardando su internet prima di partire, rimaste impresse nella mente e nella pagina dei posti assolutamente da non mancare.

Superata la città di Esmoriz, dove uno spuntino era d’obbligo -niente di speciale- ci addentriamo quasi subito in questa lunga lingua di terra percorsa da quest’unica strada su cui siamo, al cui fianco corre una curatissima pista ciclabile all’ombra degli altissimi pini marittimi.

Prima di raggiungere la città di San Jacinto, quella che sarebbe dovuta essere la nostra meta finale della giornata, ci imbattiamo nel piccolo paesino di Torreira ed i sui moletti sulla laguna, ora secca per la bassa marea.
bassa marea a Torreira

Siamo molto curiosi di capire quanto salirà la marea!

Mentre esploriamo i dintorni e ci avviciniamo alla città di San Jacinto, ci imbattiamo in quelli che scopriamo essere gli unici campeggi dei dintorni: quello statale, o così capiamo dall’insegna e, poco dopo Torreira, il campeggio Orbitur.

Il primo è opprimente solo a guardarlo, camper e tende ammassati uno all’altro, parcheggio esterno pieno, urla di bambini che si sentono fin da fuori; insomma, dopo la visita a Porto, non il massimo per rilassarsi un pochino.

Il campeggio Orbitur, invece, è mezzo vuoto, costa appena poco di più, ma è tutta un’altra atmosfera. Decidiamo che sarà la nostra casa per la notte ed entriamo.
campeggio Orbitur a Torreira

Ci ritroviamo immersi in un’oasi di pace. Ognuno ha il suo spazio ed anche di più, nessuna tenda a due centimetri dalla tua, piccolo, giusto i servizi essenziali. Insomma, non dobbiamo far altro che scegliere il nostro angolino e piazzare la tenda.

Finito di montare il tutto, prendiamo i pochi vestiti sporchi e ci avviamo al lavatoio e…sorpresa! Al nostro ritorno, a fianco a noi, troviamo un camioncino, a debita distanza, casa di due veri hippie! Sono due signori fantastici, non li sentiremo mai dire una parola, ma li vedremo meditare, pregare il sole, nei loro vestiti coloratissimi, non più giovanissimi. Da imitare! 🙂

Ormai sera, andiamo a dare uno sguardo a Torreira, per cercare un posto dove mangiare e, rifiutati dai due ristoranti sul lungo mare già pieni, veniamo attirati dal profumo di carne alla griglia di un ristorantino nascosto: ad un prezzo quasi ridicolo ci servono un vassoio enorme di carne alla griglia condita con una salsina al limone spettacolare. Probabilmente la miglior cena in terra portoghese di tutto il viaggio, al Restaurante Beco dos Grelhados.

“Conoscere i luoghi, vicino o lontani, non vale la pena, non è che teoria; saper dove meglio si spini la birra, è pratica, è vera geografia.” 

Goethe

Torniamo in tenda, dopo qualche passo sotto le stelle e tra il frinire delle cicale, e in pochi minuti siamo addormentati.

Al risveglio, rilassati e felici,  ci rimettiamo in macchina e raggiungiamo la punta della lingua di terra, giusto di fronte ad Aveiro ed infine, le spiagge enormi della Reserva Natural das Dunas de São Jacinto e l’oceano.

Dunas de S. Jacinto

Già, l’incontro con l’oceano, non importa se sia la prima volta o meno, lascia sempre a bocca aperta. Veniamo accolti da un vento che è più bora che non brezza marina, decisamente fresco, e gli spruzzi gelidi delle onde ci confermano che il bagno sarà un lontano miraggio se non dotati di muta.

Come già avevo avuto modo di scoprire lo scorso anno, non importa che periodo dell’anno sia, in riva all’oceano fa freddo e prendere il sole senza un riparo dal vento impietoso è quasi impossibile, come testimoniano i pochi coraggiosi in spiaggia con noi, tutti nascosti dietro le i paravento, molto più comuni degli ombrelloni da queste parti.

spiaggia di Torreira

Ci addentriamo tra le dune e troviamo un angolino un po’ più riparato, dove il vento non batte così forte ed i raggi del sole riescono a riscaldare.

Ci concediamo un paio d’ore di assoluto relax, tra un libro, un sonnellino ed uno spuntino, godendoci la tranquillità che questo posto sa trasmettere.

Poi, quando il vento si alza nuovamente ed anche il nostro angolo riparato diventa troppo freddo, decidiamo di esplorare un po’ San Jacinto, scoprendo che non ama molto i turisti, o da questi non è molto amata. E’, infatti, una cittadina di pescatori e questa sua caratteristica viene ribadita ad ogni angolo, dalle reti, ancore, pesci e quant’altro che caratterizzano ogni tipo di decoro.

Dal porto di San Jacinto possiamo ammirare Aveiro e…le sue industrie! Abbiamo deciso bene di evitarla!

Torniamo a Torreira, dove sembra sia concentrata la poca vita sociale su questa lunga e rilassante striscia di terra, e ci avventuriamo sulla lunga passeggiata sopraelevata, sopra le dune, che costeggia l’oceano chissà fino a dove.

lungomare di Torreira

“Che forza strana e ammaliante, e trascinante, e piena d’incantesimo in questa parola: viaggio! E com’è pieno esso stesso d’incantesimo, il viaggio!”

Nikolai Vasilievich Gogol

Una veloce cena, non degna di nota come ieri sera, ma buona comunque, ed un ottimo caffè portoghese -eh sì, al contrario degli spagnoli, fanno un ottimo espresso alla modica cifra di 50 o 60 centesimi! – ci danno la buonanotte, insieme alle stelle ed alle cicale.

A domani

Diario di Viaggio

AP

 

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