Data Trekking: 07-08/12/2014
quota partenza (m): 1100
quota vetta (m): 1986
dislivello complessivo (m): 886

Accesso

Da Torino: tangenziale Nord, indicazioni per Frejus, uscita Avigliana est, seguire per Giaveno, Coazze, Forno di Coazze, bacheca del Parco, posta all’imbocco del bivio per la Borgata Molè, parcheggiare nei pressi oppure nel piazzale a monte del Santuario della Madonna di Lourdes.

Era nell’aria da un po’ ormai, una collaborazione con il nostro amico, guida naturalistica, Roberto di Trekking Alps. Dopo weekend disdetti, viaggi impegnativi e feste varie, ce l’abbiamo fatta: World’s Paths incontra Trekking Alps.

E’ solo l’inizio di quella che, entrambi, sia una lunga e proficua collaborazione: un fotografo ed una guida, passeggiate e workshop in giro per le Alpi, alla scoperta di posti nuovi o per far conoscere ai novelli escursionisti i nostri posti segreti e preferiti.

Questo weekend prevede il ritorno al rifugio della Balma ed almeno uno dei due laghi. Ci era già capitato di esplorare questo vallone con gli amici dell’Accademia Torino, portando i giovani judoka in una nuova esperienza all’aria aperta. Roberto accompagna un’ospite milanese, che ritorna, finalmente, a calcare le montagne dopo qualche tempo di pausa causa carenza di accompagnatori; unica pecca del weekend, il tempo, la nebbia che ci avvolge fin dai primi passi nel bosco, ma siamo fiduciosi e speriamo che le previsioni di bel tempo per l’indomani siano azzeccate.

nebbia nel bosco sul sentiero per il rifugio della Balma

Percorriamo il primo tratto di cammino, nel bosco, in un’atmosfera quasi spettrale, con visibilità ridotta al minimo, giusto qualche metro, e umidità alle stelle. L’acqua a terra è tantissima, le abbondanti piogge dei giorni scorsi hanno lasciato le loro tracce e centinaia di piccoli ruscelli ci attraversano continuamente la strada, lasciandoci immersi in una fanghiglia piena di foglie.

Per fortuna, appena superato il bosco, la situazione migliora un po’, la strada ora ghiaiosa ha fatto fluire l’acqua e camminare diventa più semplice. Gli zaini leggeri, grazie al bivacco riscaldato che ci ha permesso di evitare grossi carichi per vestiti e sacco a peli caldissimi, aiutano molto.

E’ tutto così diverso da quando siamo stati qui in primavera, grondanti di sudore ed immersi nel verde. Ora tutto è secco, giallo e marrone, e questa nebbia che ci avvolge lascia intravedere solo poco di quello spettacolo che sappiamo essere pochi metri più in là, il vallone e l’altro costone.

sentiero per il rifugio della balma

Non ci lasciamo scoraggiare ed infine raggiungiamo la prima neve. Le giornate non ancora freddissime ci risparmiano il ghiaccio, ed i pochi centimetri di manto bianco non necessitano certo di ciaspole. Iniziamo, quindi, l’ultimo tratto di sentiero, quello più in salita, sempre immersi nella nebbia, ma allietati da qualche spiraglio di azzurro e luce in alto, sulle creste, dove pare che lo spesso strato di nubi si assottigli un po’ ed un timido sole faccia capolino di tanto in tanto.

Passo dopo passo, avanziamo verso la meta, il sentiero è lungo, ma sufficientemente facile e la fatica ancora non arriva. In compenso, comincia ad arrivare il buio, aiutato dalla nebbia che, di nuovo, ha preso il sopravvento e non accenna a diminuire.

Passo dopo passo, anche il manto di neve si ispessisce, senza però causarci problemi grazie agli amici del CAI di Coazze, che quasi giornalmente salgono quassù, lasciando una comoda traccia battuta.

tra neve e nebbia per il rifugio della balma

 

“I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi”
Johann Wolfgang Goethe

 

Poi, dopo l’ennesima curva, ormai quasi al buio, vediamo poco più in alto le luci del bivacco, che ci guidano negli ultimi passi, i più faticosi, ma anche i più soddisfacenti, trainati dalla voglia di arrivare.

Il Rifugio della Balma è sempre uno spettacolo, curatissimo, ed ora immerso nella neve. Quasi una visione quando arriviamo, ed una piacevolissima sorpresa entrare e trovarlo caldo e accogliente, perchè anche se la temperatura fuori non è ancora proprio invernale, di certo non fa caldo, e l’esser sudati peggiora la situazione.

Ci sistemiamo, mettiamo l’acqua per i nostri ravioli a bollire, passa pochissimo e, affacciandoci alla finestra, notiamo che qualcosa è cambiato; usciamo, di corsa, e ci ritroviamo sotto ad un meraviglioso cielo stellato, terso, la nebbia e le nuvole che scendono a vista d’occhio per depositarsi a fondo valle.

Rifugio della balma di notteE’ uno spettacolo incredibile, come è incredibile quanto possa cambiare velocemente il tempo in montagna: è passata meno di un’ora da quando siamo arrivati, e sebbene le nuvole nascondano ancora un’ampia parte del vallone, sopra di noi non ne rimane traccia.

Ceniamo, con un’occhio al piatto ed uno alla finestra, ansiosi di tornare fuori, dove una perfetta mancanza di vento rende la serata perfetta. Riempita la pancia -sembra impossibile, ma quassù tutto è più buono, forse la fatica di portare il cibo fin qui esalta i gusti- un po’ di cioccolata per addolcire il momento, e stiamo già infilando le giacche a vento e gli scarponi, pronti a uscire e tentare di immortalare questo spettacolo.

Usciamo giusto in tempo: un forte bagliore dietro le nubi, là dove sappiamo esserci le creste, ci fa presagire uno dei tanti show della montagna, e bastano pochi minuti per assistere.

La luna spunta dalle creste, facendosi strada con la sua luce tra le nubi, e donando bagliori argentati alle vette alle nostre spalle, riflessa nella neve che le ricopre, è meraviglioso ed assistiamo a tutto lo spettacolo a bocca aperta, con le nuvole che scendono sempre più verso valle.
luna sul vallone della balma

Rimaniamo a guardare a lungo, fino a quando le nuvole non si appoggiano a fondo valle, su Torino e le altre città e poi, pian piano, si diradano, lasciandoci un fiume di luci che parte da fondo del Vallone della Balma per sfociare con le grandi luci di Torino, fino all’ultimo puntino, sul fondo, la Basilica di Superga.

Si vede davvero tutto, si può distinguere Corso Francia, dritto verso il cuore della città, i nuovi grattacieli e qualunque cosa sia più alta di un palazzo medio.

Passiamo parecchio tempo ad identificare i piccoli dettagli, solo la Mole Antonelliana non si vede, la sua punta troppo fine e poco illuminata per svettare tra le altre migliaia di luci.

spettacolo notturno dal rifugio della Balma

Infine, quando la luna è alta ed illumina tutto alla perfezione, inforchiamo le ciaspole e ci dirigiamo al primo dei due laghi, Lago Sottano, dapprima seguendo la traccia battuta, ed infine sulla neve fresca, inviolata, che in pochissimi passi ci conduce allo spettacolo del lago ghiacciato e delle cime innevate che lo sovrastano, il cui riflesso argentato le fa risplendere nella notte.

Il punto più alto è il Monte Robinet, una grande tentazione, e potrebbe essere la nostra meta di domani, chissà.

luci di Torino dal Lago Sottano

 

“In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso”
Aristotele

Per il momento ci accontentiamo, se così si può dire, dello spettacolo offerto dalla serata, e torniamo indietro, dove il Rifugio della Balma ci aspetta con la sua stufetta, pronta a scaldarci, buonanotte.

E dopo la buonanotte, il buongiorno.

E che buongiorno!

Il sole sorge poco lontano da dove, una manciata di ore fa, è sorta la luna, e ci illumina dritti in viso, svegliandoci, dalla finestrella del rifugio della Balma. Le nubi di ieri, ormai ridotte ad una leggera nebbia che copre la città, sono solo un ricordo; ora un sole caldo e forte illumina la giornata, lasciandoci finalmente godere della meravigliosa vista che c’è quassù.

Rifugio della Balma e vallone

La colazione è sostanziosa, ci aspetta una bella ciaspolata, e per lo più consumata all’aperto; stare rinchiusi tra quattro mura, neanche troppo calde rispetto a fuori, sembra veramente impossibile, un peccato. Prendiamo quindi il nostro tè caldo, fette biscottate e marmellata e ci sediamo fuori, una meravigliosa colazione!

Nutriti a dovere, ben riposati, cominciamo a prepararci per uscire: sistemiamo zaini e letti, ripuliamo tavolo e pavimento -eh già, il rifugio bisogna sempre lasciarlo migliore di come lo si è trovato!- e lasciamo gli zaini pieni di tutto quello che non ci serve. Ci aspetta una giornata leggera, in tutti i sensi: ciaspolata semplice e spalle libere dal peso degli zaini, finalmente.

Ciaspolando dal rifugio della Balma

Non potremmo chiedere di meglio: la notte è stata abbastanza fredda da aver gelato la traccia, lasciandoci ora camminare agevolmente sulla pista battuta, senza affondare ad ogni passo, ed il sole ci scalda, non imponendo strati e strati per non gelare, cos’altro chiedere?

Infiliamo le ciaspole già dalla terrazza del rifugio, non che ce ne sia bisogno, ma almeno non dobbiamo legarcele da qualche parte. Il nostro gruppo si dividerà poco dopo, Roberto con la sua ospite andranno alla scoperta del Lago Sottano, dove noi siamo già stati questa notte, mentre noi ci dirigeremo in alto, verso il Monte Robinet, senza sapere bene se ci arriveremo o meno, un’altra sfida.

Sulla strada per il Monte Robinet

Salutati i nostri amici, che scenderanno giù prima di noi, troviamo una traccia che sembra dirigersi verso la nostra meta, vecchia di qualche giorno. Ci incamminiamo e, raggiunto il primo pianoro, ci accorgiamo che la salita sarà molto più difficile del previsto.

Sebbene ci sia una traccia a terra, è vecchia e ricoperta di neve fresca caduta nei giorni scorsi, ieri probabilmente, ed ogni passo è difficile, si affonda parecchio e la colazione, per quanto sostanziosa, viene smaltita molto in fretta, molto più del previsto.

Fa caldo, molto caldo. Ci svestiamo e, superato il pianoro, vediamo la tappa successiva lassù, decisamente in alto: la stazione metereologica che segna l’ultima parte del nostro percorso è davvero molto distante da noi in questo momento, non ci fosse la neve non sarebbe un gran problema, ma ogni passo richiede parecchie energie.

panorama sulla strada per il Monte Robinet

“Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perché è caotico e rumoroso”
Walter Bonatti

Arrivati a poco più di metà salita, ci dichiariamo sconfitti. Non ce la possiamo fare, la strada è molto lunga, non c’è traccia e la neve troppo fresca. Decidiamo, quindi, di riposarci qualche minuto, girarci, e tornare sui nostri passi, già molto felici di questa prima uscita in ciaspole.

Ci rivestiamo, il caldo da fatica già un po’ scemato, e ci incamminiamo, anzi, corriamo vista la pendenza, giù per il costone.

Siamo gli unici, fin’ora, ad aver toccato queste nevi immacolate, fresche, la nostra traccia, l’unica. E ci aspetta un lunga e piacevole discesa, mezza camminata e mezza rotolata, in questo mucchio di neve fresca.

Discesa verso il rifugio della Balma

Tornati al rifugio, un po’ tristi per la mancata conquista, ma decisamente soddisfatti della passeggiata e un tantino provati, mangiamo una bella zuppa in compagnia delle molte persone che, nel frattempo, sono arrivate fin qui.

Ad accoglierci, con feste e felicità, c’è una nostra vecchia conoscenza, un cagnone -con tanto di padrone, ovviamente- che avevamo incontrato in una delle nostre prime uscite, quando, in tenda, avevamo conquistato Punta dell’Aquila. Che piacevole sorpresa!

Ci godiamo qualche piacevole momento di gioco, mentre prepariamo gli zaini per l’ultima discesa della giornata.

Cagnone al Rifugio della Balma

 

E poi è ora di rimetterci in marcia. Salutiamo tutti, bipedi e quadrupedi, e facciamo presente ai ragazzi che volevano avventurarsi sulle nostre tracce che, senza ciaspole, andranno poco lontano.

Poi, non senza difficoltà grazie al ghiaccio a terra che ci accompagna per un lungo tratto di sentiero, scendiamo, questa volta immersi nel fantastico panorama del Vallone della Balma, con i suoi colori meravigliosi.

Non riusciamo ad avvistare nessun animale purtroppo, ma va bene lo stesso.

sentiero nel Vallone della Balma

“La via verso la cima è come il cammino verso se stessi, solitario”
Alessandro Gogna

La strada per il ritorno è lunga, molto lunga, o forse sono solo le gambe stanche e la voglia di arrivare, ma il tratto nel bosco sembra infinito. 

Il nostro amico a quattro zampe ci osserva da lontano e in più di un’occasione viene a farci un veloce saluto prima di ritornare sui suoi passi, più indietro, dal suo padrone.

Infine, dietro l’ennesimo albero, vediamo spuntare la macchina, invitante dopo la lunga passeggiata, pronta a riportarci a casa, ed anche questa giornata finisce.

Siamo pronti per un’altra settimana in città, chissà quali esperienze ci aspettano per il prossimo weekend!

AP