Una premessa: guardate i film in lingua originale, nei limiti del possibile. Con sottotitoli piuttosto, ma fa davvero la differenza; le battute sono quelle originali e non qualcosa di simile che si adatti al labiale, le voci non sono distorte e, in più, è un ottimo esercizio per imparare una lingua nuova senza neanche accorgersene.

wild

Oggi ho visto Wild, sulla serie dei film di donne all’avventura estrema che ultimamente hanno invaso lo schermo. Dopo Into the Wild, la storia ormai famosissima di Christopher McCandless, meglio conosciuto come Supertramp, che molla tutto e si dirige verso lo spettacolare Alaska, senza specifiche competenze di sopravvivenza – e infatti ci lascia le penne, poverino, per un errore evitabile – ormai sono innumerevoli i film basati sulle storie di aspiranti avventurieri, che mollano la loro vita noiosa e cittadina per immergersi nella natura e nello sconosciuto. Quello che mi stupisce, è che una fetta sempre più grande di questi avventurieri siano donne.

Non mi stupisce il fatto di per sé che siano donne, ma quanto questo sia motivo di grande stupore per la critica ed il mondo intero. Come se una donna non fosse in grado di sopravvivere sola all’avventura, come se una donna dovesse necessariamente stare a casa a fare la calzetta. Insomma, la wild woman rimane un tabù.

“Eri selvaggia una volta, non lasciarti domare.”

Isidora Duncan

Ma possibile che nel 2015 ancora non si sia capito che una donna può essere meno forte fisicamente, se parliamo sotto l’aspetto prettamente fisico, ma molto più forte sotto l’aspetto emotivo e psicologico.

Ad ogni modo, ultimamente ho visto questi due film – e presto ne leggerò anche i libri – Wild e Tracks – qui i trailer di Wild e Tracks – le storie di queste due donne che, per motivi totalmente opposti, partono alla ricerca di sé stesse e si misurano con il mondo che le circonda, intraprendendo un cammino difficile e pericoloso.

In Wild Link a rischio spoiler! – Cheryl, per redimersi da un periodo disastroso della sua vita a base di sesso e droghe senza limiti, parte per il Pacific CrestTrail, un trekking lungo la costa ovest degli Stati Uniti, dal confine col Messico a quello Canadese. Un lungo tracksviaggio introspettivo, forse troppo: non aspettatevi infatti scene super panoramiche e vedute mozzafiato, c’è qualche piccola scena, ma siamo ben lontani dai panorami magici di Into the Wild. Peccato, in ogni caso un gran bel film ed una brava attrice.

Visto questo film, e immagino ancora di più quando ne leggerò il libro, ho già cominciato il mio progetto per partire alla volta del Pacific Crest Trail, magari solo dei 2.000 e più chilometri a nord, nel verde e tra le vette.

Tracks Link a rischio spoiler! – al contrario, è spettacolare dal punto di vista visivo: le desolate lande australiane sono più volte riprese nella loro maestosità ed i panorami sono fantastici, non proprio verdi e rigogliosi come piace a me, ma poco importa. Sicuramente, il fatto che sia una storia vera originariamente seguita e raccontata sulle pagine del National Geographic, ha favorito l’aspetto grafico, nonostante rimanga ben presente e ben raccontata la storia. Da vedere, una gran donna e una gran storia.

Entrambi i libri sono sulla mia lista di future letture, al momento ho un bel mattone tra le mani e mi ci vorrà un po’- però ne vale la pena! – a finirlo, ma molto presto queste due donne saranno le protagoniste delle mie letture.

Amber

Sagres

Estate 2014, un tratto di Rota Vicentina, Sagres, Portogallo