“Diversivo, distrazione, fantasia, cambiamenti di moda, di cibo, amore e paesaggio. Ne abbiamo bisogno come dell’aria che respiriamo.”
Bruce Chatwin

Preparato un altro zaino, mappa comprata – mai affidarsi solamente al GPS – qualche ora di sonno, sveglia alle 4.00 e si parte: prima tappa della giornata, aeroporto di Malpensa. In vero stile low-cost, troviamo il parcheggio più economico della storia, 12,60 euro per quattro giorni, con servizio navetta compreso, ed in perfetto orario siamo al gate, con quel tanto di anticipo che basta per fare colazione. Ci aspettano poco meno di due ore di volo, direzione Copenhagen, recuperiamo qualche ora di sonno, buonanotte!

In volo

Impossibile dormire quando questa meraviglia sfila veloce sotto i tuoi occhi

Copenhagen: è tutto molto “svizzero”, pulito e preciso. Ci dirigiamo al banco di accettazione del noleggio auto, che abbiamo già prenotato online, ed in pochi minuti ci forniscono di chiavi, telepass e documenti vari, il ritiro della macchina lo facciamo direttamente al parcheggio, organizzatissimi – ho un terribile ricordo di un’auto noleggiata dalle parti di Napoli, tra mille inconvenienti.

Abbiamo pagato per un’utilitaria economica tipo Ford Fiesta, ci ritroviamo, invece, una fantastica Opel Meriva con tetto in vetro. Nella prospettiva dell’eclissi di domani è una sorpresa meravigliosa!

Go!

In formazione: occhiale da sole coordinato, felpa e braccio telescopico da selfie!

La tappa odierna prevede poco più di 500 km per arrivare all’estremo nord della penisola danese dello Jutland, a Skagen, attraversando il lungo ponte che collega lo Sjaelland, l’isola dove si trova Copenhagen – già, è un’isola, la geografia della Danimarca è tutta una scoperta! – alla più piccola isola di Fyn, passando per la città di Odense, e poi attraversando ancora un ponte per arrivare alla terraferma. Successivamente si va sempre verso Nord, senza tappe precise.

La notte è già prevista sulla costa Nord Ovest, poco sotto Skagen, dove saremo ospiti in Couchsurfing.

Partiamo: strade ampie e pulite, limiti di velocità rispettati al chilometro, non uno che si azzardi a suonare il clacson, indicazioni chiare e precise nonostante i nomi da queste parti siano alquanto impronunciabili. Insomma, regna l’ordine e la chiarezza, in tipico stile nordico.

Dal Ponte

Pale a vento in mezzo al mare, mentre percorriamo i quasi 20 km di ponte

Prima di attraversare il ponte ci concediamo – primo di una lunga serie – un wurstel alla danese, una vera squisitezza. Superiamo senza fretta, ma non troppo velocemente – i limiti sono più bassi rispetto ai nostri standard – sia il ponte che l’isola di Fyn, percorrendo quasi esclusivamente autostrada, rigorosamente gratuita, ad eccezione del primo ponte.

Arrivati sulla penisola di Sjaelland, decidiamo di dirigerci verso Aahrus e poi Aalborg – già, pare che la doppia A vada di moda – alternando autostrada e paesini, fermandoci più volte per ammirare il paesaggio o per un semplice momento di pausa.

La prima tappa è nel paesino di Skanderborg dove troviamo prima un supermercato con prezzi molto simili ai nostri, al contrario di quanto ci era stato detto prima di partire, e poi uno dei miliardi di piccoli parchi e oasi tranquille, dove mangiamo un ottimo pranzo a base di pane e creme di formaggio, frutta e muffins al cioccolato, circondati dalle papere e dalle oche, sulla riva di un laghetto carinissimo.

Verso Alborg

Costruzioni tecnologiche si affacciano su parchi tranquilli e rilassanti

Ben rifocillati, ci rimettiamo in marcia. Vogliamo arrivare a Skagen per il tramonto e la strada, sebbene non eccessivamente lunga, è piena di mille cose da vedere che sappiamo ci faranno fermare molte volte.

Ed infatti, causa una tappa bagno, ci fermiamo ancora prima di raggiungere Aalborg, in prossimità di quelli che dalla cartina sembrano due piccoli laghi. Il bagno non lo troviamo, ma uno dei tanti alberi svolge alla grande la sua funzione di riparo. Lasciata la macchina in una piazzola, ci addentriamo negli sterminati campi, sperando che nessuno faccia troppo caso a noi. Una piccola collina dopo, ecco che davanti a noi si apre lo spettacolo: i due laghi sono poco più che due pozze d’acqua, con un paio di barche tirate in secca, un ponticello mezzo distrutto e tanta, tanta pace.

Verso Alborg

Tipico paesaggio danese: laghetto, barche in secca, campi e cielo

All’avvicinarsi di un trattore, spinti dalla sensazione che l’agricoltore non sarebbe stato poi troppo contento nel trovarci a vagabondare nel suo campo appena arato, torniamo a passo veloce alla macchina, dove ci aspetta una sessione di studio su mappa e GPS, per decidere le prossime tappe.

Decidiamo di non avere tappe, di continuare verso Aalborg e poi Skagen fuori dall’autostrada, fermandoci dove qualcosa attira la nostra attenzione, proseguendo altrimenti.

Verso Aalborg

Studio della mappa, già averla girata dalla parte giusta è un ottimo inizio

Proseguiamo tra paesi più o meno grandi, dai nomi impronunciabili, sempre direzione nord, fino a che una zona verde sulla cartina non attira la nostra attenzione. E’ un piccolo parco, ma solitamente sono i migliori gioielli, quelli piccoli, dove si nascondono sorprese inaspettate.

Ci dirigiamo così proprio al suo interno, verso la cittadina di Rebild, e dobbiamo per forza fermarci a far due passi tra le verdi colline, curatissime, ed i piccoli sentieri di ghiaia. E’ il parco della regina o a lei dedicato, almeno così sembra da quello che riusciamo ad intendere dai cartelli scritti in danese.

“Una volta che hai viaggiato, il viaggio non finisce mai, ma si ripete infinite volte negli angoli più silenziosi della mente. La mente non sa separarsi dal viaggio.”
Pat Conroy

Rebild Bakker

Il meraviglioso e piccolo parco di Rebild Bakker

Ci concediamo solo una piccola pausa. Le ore passano veloci, tra soste nel verde e limiti di velocità bassi, ed il nostro tramonto a Skagen è un appuntamento immancabile. Già sappiamo che arriveremo al limite, come al solito, e ci toccherà correre verso la spiaggia per cogliere quella sfumatura perfetta sulle nuvole.

Road to Skagen

Il nostro viaggio prosegue, tra strade, stradine ed autostrade

Continuiamo ad evitare l’autostrada, anche perché le statali sono tutte a doppia corsia, affiancate da una pista ciclabile impeccabile, a doppia carreggiata. Traffico non ne troviamo, neanche un piccolo ingorgo nelle stradine. Certo, essere qui fuori stagione ha i suoi vantaggi, ma dubito che anche nel periodo di massima calca ci sia poi tanta differenza.

Finalmente, arriviamo a Skagen.

Sunset in Skagen

Tramonto su Skagen. Dopo tanta strada, la giusta ricompensa

Decidiamo di non entrare a Skagen, nella città; certo, forse ne sarebbe valsa la pena, ma dobbiamo decidere tra la città ed un tramonto sulla spiaggia più a Nord della Danimarca, a Grenen, dove il mare del Nord incontra il mar Baltico. Non sto a dirvi quanto tempo sia passato per decidere, più veloci di una partenza da centometristi, ci dirigiamo in spiaggia.

Skagen

Skagen, uno spettacolo, infuocata da i colori di un tramonto ordinario, da queste parti

“In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter viaggiare.”
Andrej Tarkowsky

Il mare è calmo, non tira vento, c’è qualche nuvola in cielo che permette ai colori del tramonto di riflettersi e moltiplicarsi. Insomma, condizioni perfette. L’unica cosa che non si vede sono i due mari che, violentemente, si uniscono, come spesso capita. A ben vedere, se si segue la spiaggia, si nota che le onde formano una punta e proseguendo su quella linea, l’acqua assume due colori diversi.

Rimaniamo affascinati da questo posto molto particolare, e ci godiamo il tramonto fino all’ultimo raggio di sole, tra i bunker – eh sì, ce ne sono molti – le dune e l’immensa spiaggia.

Poi è ora di ripartire, una simpatica signora ci aspetta a Lokken, ad un’ora di macchina da qui. Un’ora spesa nella nebbia, in stradine tra i campi e poi, finalmente, a Lokken, dove veniamo cordialmente accolti in una casa particolare, di un’artista.

Couchsurfing a Lokken

La nostra suite per la notte, tra quadri e sculture

Ci godiamo un buon bicchiere di vino locale, due chiacchiere, del formaggio e la marmellata ai mirtilli fatta in casa più buona che io abbia mai mangiato. Il tutto al modico costo di qualche chiacchiera ed un sorriso, cosa volere di più?

Domani ci aspettano altri chilometri, altri parchi, altre spiagge chissà cos’altro, buonanotte.

Diario di viaggio

AP

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