Ultimo risveglio tra queste splendide e imponenti montagne ricoperte di ghiacciai – per ora, ripasseremo di qua sicuramente!

La sveglia suona presto visto che dobbiamo più o meno scappare dal campeggio in cui abbiamo abusivamente piantato la tenda. Ne approfittiamo per un trekking di buon’ora, scegliendo per uno veloce con colazione in cima.

Ci dirigiamo verso l’area dell’Icefield Center e abbiamo già deciso che faremo il trekking del Parker Ridge, con vista sul Saskatchewan Glacier, una camminata veloce e abbastanza semplice che però promette panorami emozionanti.

saskatchewan glacier hike

Pochi tornanti ci conducono quassù, fantastico

Al parcheggio, una simpatica ragazza olandese ci chiede se può unirsi a noi per non camminare da sola e ovviamente accettiamo. Pochi tornanti e meno di mezz’ora dopo, siamo sulla cresta del Parker Ridge, dove ci aspetta una vista decisamente emozionante.

 

Sotto di noi, nella valle opposta rispetto a quella da cui siamo saliti, c’è un piede del ghiacciaio Saskatchewan, che si scioglie in un fiume che si snoda lungo tutta la valle.

saskatchewan glacier hike

Ultimi passi in compagnia della nostra nuova amica verso la fine del sentiero

Proseguiamo ancora sulla cresta fino alla fine del sentiero, dove troviamo un posticino carino, un po’ isolato dalla massa di turisti, per fare la nostra colazione con vista.

Ci sediamo, mettiamo l’acqua per il tè a scaldare e…siamo assaliti dalle zanzare. Il nostro spray serve a poco, ci mangiano vivi e la nostra piacevole colazione si trasforma in un mezzo incubo: ci vestiamo con tutto quello che abbiamo per ripararci, nonostante il caldo, ed in fretta mangiamo due biscotti con una tazza di tè.

 

saskatchewan glacier hike

“Che caldo!” La giacca aiuta contro le zanzare, ma la temperatura è abbastanza insopportabile

Ci rimettiamo in cammino, muoverci aiuta a non pensare alle zanzare e ad evitarle. Lungo la strada troviamo diverse signore coperte con scialli e foulard, nel vano tentativo di ripararsi dalla valanga di zanzare che infesta questo magnifico posto.

Noi, invece, scegliamo per la camminata veloce e l’arrivo prima possibile alla macchina.

 

saskatchewan glacier hike

Allungato il passo, distanziamo le zanzare…e il fotografo

Velocemente e senza goderci troppo il paesaggio, purtroppo – il prossimo acquisto sarà di sicuro uno spray anti zanzare serio – torniamo giù al parcheggio, percorrendo velocemente i pochi tornanti.

Salutiamo la nostra amica olandese, che proseguirà il suo giro dei parchi nei prossimi giorni, mentre per noi è ora di avviarci sulla strada di casa.

 

Waterfowl lake

Lungo la strada non mancano le tappe, la prima al lago Waterfowl, proprio accanto all’autostrada

Durante la nostra discesa lungo la Icefields Parkway, direzione sud, non mancano certo le soste. La prima è ad un lago giusto a fianco della strada, che alla terza curva ci ha già conquistato e che dobbiamo fermarci a fotografare: uno dei due Waterfowl Lakes.

Man mano che proseguiamo verso sud, ormai inoltrandoci nella parte alta del Banff National Park, una piccola escursione ci frulla nella testa: il Peyto Lake.

Peyto Lake

Il Peyto Lake: un’altro di quei posti da cartolina visti così tante volte…e ora siamo qui!

Il Peyto Lake, uno di quei posti che sembrano usciti da una cartolina. Le sue acque incredibilmente turchesi sembrano dipinte – uno dei tanti cartelli ci spiega che le montagne calcaree creano questo effetto, in quanto il calcare disciolto nell’acqua riflette tutti i colori tranne che il blu, concentrando questo colore ed, inoltre, le particelle rimangono sospese nell’acqua rendendola torbida e lattiginosa, rinforzando ancora di più l’effetto di rifrazione – ma c’è un piccolo problemino: i turisti.

Arrivati al punto d’osservazione, un minuto dal parcheggio, riusciamo a malapena a vederlo, il lago, da tanti turisti che ci sono lì intorno.

Per fortuna, la ragazza olandese di questa mattina ci ha consigliato un piccolo sentiero che prosegue in mezzo alla foresta e che porta ad un punto di osservazione poco più in là – non ve lo riveleremo, ma seguite il sentiero sulla sinistra della piattaforma… – praticamente vuoto!

Peyto Lake

Un gruppo solitario di turisti si offre, dopo averci visto saltare e posare, per farci uno scatto di coppia!

Facciamo un pranzo – ormai consolidato, bagel e insalata di patate – proprio qui, su questa roccia, e ne approfittiamo per girare anche un piccolo time-lapse, decisamente degno di nota:

Alcune nuvole ci aiutano ed in pochi minuti, senza neanche troppo impegno, riusciamo a tirare fuori delle immagini decisamente interessanti.

Ma non è ancora finito, oggi, infatti, abbiamo istituito la giornata mondiale della visita ai laghi!

Di nuovo in macchina, il turchese intenso del Peyto ancora negli occhi, due curve più tardi e siamo al Bow Lake. Niente di impegnativo a questo giro, il sentiero che conduce al ghiacciaio è troppo lungo, ben più della mezz’ora massimo che possiamo concederci prima di ripartire. Ne approfittiamo per rinfrescarci un po’ nell’acqua gelida.

Bow Lake

Eccoci qui, felici e sorridenti, piedi gelati a bagno!

Ci rilassiamo sulla spiaggetta per un po’, le zanzare finalmente dimenticate ed il sole di metà pomeriggio sono davvero un bel sollievo.

Rilassati, realizziamo che ci manca ancora un lago prima di poter definitivamente rimetterci in viaggio verso Carstairs: è già la seconda volta che passiamo a pochi chilometri dal Moraine Lake, un altro di quei posti che non si possono evitare, ed ancora non siamo andati a vederlo!

E quindi, che Moraine Lake sia!

Moraine lake

Bellissimo, peccato solo per le centinaia di persone appena fuori dall’inquadratura!

Il Moraine Lake è un altro di quei posti che ti incantano: acque blu, sole che gioca a nascondino con le nuvole, picchi in ogni direzione…e centinaia di turisti in ogni dove.

Questo, purtroppo, è il grande ed insormontabile problema del Banff National Park e di tutti quei posti da cartolina, dove i turisti vengono sempre abilmente tagliati dall’inquadratura ed i campeggi sono vagamente vuoti. A ben vedere, per trovare un posticino in campeggio devi prenotare anche mesi prima – è incredibile, non c’è posto per piantare neanche la nostra piccola tendina! – un peccato, soprattutto per chi, come noi, odia dover programmare.

Decidiamo di tornare e goderci questi posti in versione notturna un’altra volta, come già avevamo sperimentato al Lake Louise durante il nostro primo Road Trip, mentre ora è tempo di rimettersi definitivamente in macchina e tornare verso casa. Ci aspettano diverse ore di strada, ma ormai siamo decisamente abituati alle lunghe distanze.

Buon viaggio!

AP