Data trekking: 01/01/2016 ( Il bivacco non è più di uso comune 08/01/2020)

Un altro anno sta per finire. Ma quest’anno non siamo arrivati all’ultimo secondo ancora indecisi sul da farsi: monitoriamo il meteo da una settimana e due giorni fa siamo andati in esplorazione. Passeremo il Capodanno ed il primo dell’anno in Conca Cialancia, uno splendido parco naturale appena fuori Torino, di cui non molti conoscono l’esistenza, e forse è meglio così.

Un amico ci ha consigliato un posto meraviglioso per trascorrere questa notte alla nostra maniera: il bivacco Formaggino. A dir la verità non nasce come bivacco, ma come locale notturno per i guardiaparco, ma viene permesso di pernottare quando non è usata. Insomma, il Formaggino ci aspetta!

Conca Cialancia

Lo stupendo bivacco Formaggino nel suo splendore notturno

Questo caldo inverno e la mancanza assoluta di neve e pioggia da quasi tre mesi permettono di salire ancora in macchina lungo i 10 km di mulattiera sterrata con la macchina, arrivando fino a poco meno di dieci minuti a piedi dal bivacco. Ci concediamo questo lusso, per una volta, così possiamo portare viveri e attrezzatura varia degna della notte di Capodanno.

Il menù prevede polenta – al forno, solo da riscaldare – agnolotti al sugo, salsiccia, antipasto di salame e vino e panettone. Insomma, arriviamo al bivacco con provviste per almeno un mese.

Conca della Cialancia

Il sole è già alto e la Conca Cialancia è pronta per regalarci una fantastica avventura

Passiamo una serata magnifica e divertente in compagnia di Michael, che stranamente è riuscito a passare una notte in bivacco dopo non uno, ma ben due tentativi falliti – era stato nostro compagno di sventura sia in cercando di raggiungere il Bivacco Piero Vacca che al primo approccio con il Bivacco Molline, quando lo trovammo sepolto nella neve.

Sistemato e pulito il Formaggino, è ora di avventurarci nel 2016 ed inaugurarlo con il primo di una lunghissima – si spera – serie di trekking.

 

Conca della Cialancia

2016, ci siamo! Seguendo la mulattiera, ci dirigiamo verso Punta Cialancia

Decidiamo di prendercela comoda e non tentare imprese stravaganti, così ci incamminiamo lungo la comoda mulattiera che taglia la valle e si dirige fino sotto Punta Cialancia. I preziosi manuali del parco, distribuiti gratuitamente al bivacco ed anche al parcheggio, ci illustrano le varie possibilità e questa sembra la più accessibile, tenuto conto che non abbiamo né ciaspole né ramponi.

Conca della Cialancia

Scivola e gattona, superiamo l’unico verso ostacolo della giornata, una cascata ghiacciata

Alla penultima curva della mulattiera, però, troviamo una traccia di questo inverno latitante: una cascata che attraversa la mulattiera si è gelata completamente, ricoprendo con un strato di ghiaccio liscio e scivolosissimo, diversi metri di strada.

La posizione non troppo sicura, a picco sulla valle, ci fa optare per un’attraversamento a gattoni e strisciando, e le risate non mancano.

Un po’ di brivido era quello che ci voleva per cominciare l’anno, e poggiare il sedere sul ghiaccio sicuramente aiuta!

Conca della Cialancia

Alla fine della mulattiera, ci aspetta un branco di camosci saltellanti

Superata l’ultima curva della mulattiera, siamo praticamente arrivati sulla parete opposta della montagna. Appena girato l’angolo, scopriamo di aver disturbato un branco di camosci che pascolavano tranquilli con tutta la famiglia. Come ci vedono, cominciano a scappare saltellando su per i prati ripidi.

Che invidia! In pochi balzi hanno coperto la distanza che per noi significherebbe una mezz’ora abbondante di sudore e fatica.

Li lasciamo alla loro vita tranquilla e cercando di indovinare la strada, ormai solo una vaga traccia, ci dirigiamo verso la punta che domina Conca Cialancia, Punta Cialancia appunto.

 

Conca della Cialancia

Dal Passo della Cialancia, la vista non potrebbe essere migliore: il signor Monte Viso in fondo ed il tondeggiante Monte Cornur in bella vista

In breve siamo al Passo della Cialancia e ci dirigiamo subito verso la Punta. Ma desistiamo quasi subito: il sentiero è sulla parete Nord, l’unica coperta da uno strato di neve vecchia e gelata e la mancanza di qualunque cosa che possa far presa – ciaspole o ramponi – insieme a una parete ripida e disseminata di pietre sporgenti, ci fanno optare per una sana ritirata.

Oggi abbiamo già avuto la nostra dose di adrenalina su ghiaccio, meglio non esagerare!

 

Conca della Cialancia

Prali ed i 13 Laghi visti da una prospettiva diversa e molto, molto spettacolare

Ci consideriamo soddisfatti della meta quasi raggiunta e decretiamo l’ora di pranzo, nonostante la cena di ieri si faccia ancora sentire.

Ci arrampichiamo per qualche metro tra le rocce per arrivare ad una sporgenza pianeggiante che domina tutta la valle opposta a quella della Cialancia e riempiamo le pance e gli occhi: un panino per la pancia ed il Monviso, Prali ed i 13 Laghi per gli occhi, non male per essere la prima uscita dell’anno!

 

Conca della Cialancia

Il Monte Cornur nasconde appena il Monviso, ma rimane lo spettacolo delle Alpi in una bella giornata di sole

L’unica pecca di essere in pieno inverno, sono le giornate cortissime che volano via veloci. Non ce ne siamo neanche accorti ed il sole ha già cominciato la sua veloce discesa.

Cominciamo anche noi la nostra ed appena arrivati alla mulattiera salutiamo definitivamente i caldi raggi di sole: lo rincorriamo per tutto il tempo, lo vediamo che piano piano abbandona la valle, ma è troppo veloce per noi ed una volta superata la cascata ghiacciata ed arrivati al bivacco, è già basso sotto il profilo delle creste.

 

Conca della Cialancia

Il Lago Lauson in Conca Cialancia: un scura pozza di ghiaccio

Tornati al Formaggino, non ci resta che sistemare zaini e borse e chiudere la porta, con la promessa di ritornare al più presto. Il bel tempo di stamattina sta lentamente lasciando spazio a delle nubi scure, all’orizzonte, e probabilmente la prossima volta dovremo salire a piedi, la mulattiera finalmente coperta da un soffice strato bianco.

Ma il nostro Capodanno non è ancora finito, un’ultima chicca ci aspetta appena prima di salire in macchina: il Lago Lauson è completamente ghiacciato, fino al fondo, e ci si può tranquillamente camminare sopra. Ci avventuriamo prima strisciando e poi, una volta preso coraggio, camminandoci.

E’ una sensazione stranissima: la superficie è liscia e trasparente e si può quasi vedere il fondo, con le lunghe alghe strette nella morsa di ghiaccio che salgono quasi fino alla superficie. Fa impressione e non riusciamo ad allontanarci dalle crepe, che ci danno una sensazione di sicurezza facendoci intuire la profondità del ghiaccio.

 

Conca della Cialancia

A presto Conca Cialancia, questo è sicuramente un arrivederci

Stanchi e soddisfatti di questa giornata all’insegna del ghiaccio, torniamo alla macchina e ci prepariamo ai 40 minuti di salti e sobbalzi che ci separano dalla strada asfaltata. Ogni singolo centimetro merita però di esser percorso, questo posto nascosto ai più è davvero magico!

A presto Conca Cialancia!

AP