Buongiorno California!

Il sole è sorto da poco e noi siamo già belli sudati, ma questo l’avevamo intuito ieri sera quando abbiamo piantato la tenda all’ombra dei raggi del tramonto, ovvero in pieno sole di primo mattino. Sistemiamo velocemente tenda e accessori vari, una colazione al volo e siamo pronti per partire: oggi ci aspetta il Sequoia National Park!

Abbiamo fatto il punto della situazione ieri sera, prima di addormentarci: sarebbe bello poter passare dalla Death Valley e perché no, anche dal Grand Canyon, ma sarebbe una corsa contro il tempo e non riusciremmo a goderci i fantastici paesaggi, ci toccherà tornare.

Sequoia National Park

Qui è dove producono il famoso vino californiano conosciuto in tutto il mondo

Non ci perdiamo in chiacchiere e ci mettiamo subito in marcia sulla Route 41, scegliendo semplicemente la strada più veloce. Un leggero mal di gola ci impone una fermata di rifornimento medicinali, e un paio di stop tra i vigneti non ce li facciamo mancare, ma non vediamo l’ora di vedere un po’ di verde e ripartiamo subito, dritti in mezzo al deserto.

La strada è fenomenale, molto suggestiva. Superata la città di Visalia e fino a quando non raggiungiamo il Sequoia National Park, in pratica siamo in mezzo al deserto e poi, piano piano, cominciamo a salire di quota, senza però riuscire a liberarci del caldo soffocante.

Sequoia National Park

Pochi minuti di stop, il caldo sotto il sole cocente è insopportabile, ma presto torneremo tra i boschi!

Raggiunte le colline prima e le montagne poi, poco a poco la temperatura ritorna normale, ma continua comunque a fare caldo. Presto cominciano le curve, poi anche gli alberi, poco per volta.

Ad un certo punto la strada comincia a costeggiare un fiume che scende in una gola, l’acqua sembra così fresca e noi abbiamo tanto caldo. L’idea non tarda ad arrivare e trovato il punto giusto, una bella pozza dove l’acqua non scorra veloce, decidiamo di fermarci e darci una bella rinfrescata. Lasciamo la macchina bollente e armati di un asciugamano, scendiamo direttamente in costume.

Sequoia National Park

Finalmente un po’ di fresco, quasi troppo! La differenza di temperatura con l’aria è davvero esagerata

E’ davvero un sollievo, anche se l’acqua probabilmente arriva da qualche ghiacciaio ed è davvero fredda, soprattutto considerata la temperatura esterna. Con nostra grande sorpresa, troviamo un ragazzo accanto alla pozza, che con grande meticolosità setaccia la sabbia in cerca d’oro. Non pensavamo si facesse ancora ed invece eccolo lì, gli auguriamo buona fortuna e tempo di arrivare alla macchina siamo già asciutti.

Chiediamo informazioni in uno dei piccoli chioschi presidiati dai rangers e ci dicono che non avremo problemi a trovare un posto grande campeggio più avanti. Decidiamo quindi di fare concederci un paio di fermate prima di arrivare, mentre guidiamo in estasi tra gli alberi che diventano sempre più alti, tanto alti che facciamo fatica a vederne le cime mentre ci passiamo in mezzo.

Sequoia National Park

Una delle tantissime sequoie secolari, immense e dal caratteristico odore di legno scaldato dal sole, indimenticabile

La Generals Highway, l’autostrada dei generali, che prende il nome dalle due più grosse sequoie giganti a cui sono dati i nomi di General Sherman e General Grant, è davvero uno spettacolo e ce ne gustiamo ogni singolo centimetro!

La prima tappa è al Moro Rock, facciamo una piccola deviazione per raggiungere questo posto da cui pare che potremo avere una visuale sulla valle intera. Purtroppo l’ora tarda non ci permette grandi camminate, ma possiamo di sicuro ritenerci soddisfatti con i 400 gradini necessari ad arrivare in cima alla Moro Rock.

Sequoia National Park

Vista sulla valle del Sequoia National Park dalla cima dei 400 gradini della Moro Rock

Un po’ affaticati, raggiungiamo la cima, dove ci attende un bel vento fresco e una gran vista, peccato solo per il fumo che copre la valle e – ancora non lo sappiamo, ma ce ne accorgeremo presto – non ci lascerà più da ora in poi. Purtroppo è la stagione degli incendi qui in California, e quattro anni di siccità hanno solo peggiorato la situazione.

Torniamo giù. E’ tardo pomeriggio ormai, il sole sta già cominciando a scendere giù, verso l’orizzonte, ma abbiamo ancora un paio d’ore di luce. Decidiamo di fermarci ancora una volta per una passeggiata, oltre le mille brevi fermate per una foto o per andare ad abbracciare una sequoia più grande e bella delle altre.

Sequoia National Park

Un piccolo orsetto che cerca la mamma è la vera attrazione della giornata, curioso e a pochi metri da noi

Decidiamo che non possiamo non andare a salutare il Generale Sherman, una delle sequoie più alte del mondo e quella che è considerata quella con il maggior volume al mondo. E’ una piacevole passeggiata in mezzo ai boschi, con l’odore leggermente amaro, ma che sa tanto di natura, di questi alberi enormi dai tronchi rossi e un po’ spugnosi, difficili da descrivere a parole.

Lo vediamo da lontano, che spunta sopra gli altri, e quando ci arriviamo accanto è talmente alto ed enorme che a malapena entra nella foto.

Sequoia National Park

L’immenso Generale Sherman, la sequoia gigante più grande che vedremo nel nostro viaggio

Tornati alla macchina, il sole è quasi giunto alla fine della sua corsa e ci resta davvero poco prima che cali il buio e dobbiamo ancora raggiungere il campeggio, montare la tenda e preparare la cena. Saliamo in macchina e ci dirigiamo al Lodgepole Campground, non molto distante da qui.

Arrivati, paghiamo con il solito e collaudatissimo metodo: la cifra corretta nella busta con il numero della piazzola che ci siamo scelti, la n. 106.

Approfittiamo del piccolo supermarket per comprare qualche cibaria: qualche wurstel da arrostire e un po’ di legna – è severamente vietato raccoglierla da terra, anche quella morta – e poi è ora di piantare la nostra fedele tendina, per fortuna l’abbiamo fatto talmente tante volte che riusciamo con facilità a piantarla nonostante sia buio.

Sequoia National Park

Il nostro meraviglioso hotel a miliardi di stelle, alla luce del falò su cui arrostiamo una gustosissima cena

In pochi minuti la tenda è montata, il falò è acceso e dei gustosissimi wurstel si stanno abbrustolendo. Spegniamo tutte le luci, il fuoco e le stelle sono più che sufficienti ad illuminare tutto quello di cui abbiamo bisogno.

Rimaniamo parecchio tempo seduti accanto al fuoco, ad ammirare lo splendido cielo stellato ed una Via Lattea decisamente emozionante. Poi con le stelle ancora negli occhi, ci addormentiamo.

Il nostro sonno però, è presto disturbato da un peloso abitante del bosco, un orso supponiamo, che nel buio della notte ci sveglia rigirando un sasso a pochi passi dalla nostra tenda, e poi, silenziosamente, si avvicina annusando. Possiamo sentirlo respirare, solo la sottile tenda ci divide. Poi va via, e noi non abbiamo il coraggio di uscire a controllare. Ringraziamo di aver seguito le indicazioni e di avere solo i nostri vestiti e una torcia nella tenda, chissà che qualunque altra cosa non avrebbe attirato troppo l’attenzione.

Un po’ spaventati, ma molto stanchi, crolliamo addormentati, sognando sequoie e cieli stellati.

AP