Data Trekking: 19/11/2016

Informazioni
difficoltà: E   [scala difficoltà]
esposizione prevalente: Sud-Est
quota partenza (m): 1161
quota vetta/quota massima (m): 2480
dislivello salita totale (m): 1320
località partenza: Case Pietra porchera (Giaglione , TO ) 

Una nuova avventura ci aspetta!

Questa volta non ci allontaniamo molto da casa, anzi, siamo davvero a due passi da Torino, in Val Susa, a poca distanza dalla città di Susa.

La nostra destinazione è il Bivacco Clapier, che prende il nome dal colle su cui è stato recentemente costruito – risale a poco più di due anni fa –il Col Clapier appunto.

Ci diamo appuntamento alla partenza del sentiero con una nostra vecchia conoscenza, Giorgio di Verticalife, con cui abbiamo già condiviso l’avventura per raggiungere Punta Croce Rossa. E insieme a noi si sono uniti anche i cari amici Michael e Alice, ormai fedelissimi delle nostre avventure.

Bivacco Clapier

I primi passi sulle tracce di Annibale, incontreremo elefanti?

Appena scesi dalla macchina, ecco il primo inconveniente: Attilio non trova la macchina fotografica. Non è in macchina e non è sicuro di averla dimenticata a casa. Panico!

Un veloce rientro nella civiltà con conseguente telefonata a casa tranquillizza gli animi: la macchina fotografica è abbandonata sulle scale di casa. Per fortuna Alice è anche lei provetta fotografa, e la sua Canon viene immediatamente requisita: oggi sperimenterà la mano più esperta di Attilio.

Finalmente possiamo partire; la giornata è splendida, il sole splende in cielo anche se poco sopra l’orizzonte, come è tipico in queste corte giornate autunnali e le cime sono completamente ricoperte da un soffice strato bianco.

Decidiamo – e siamo confortati dai racconti di quei pochi temerari che arrivano dalla cima – di non portare ciaspole né ramponi. Arriveremo poco sopra il livello a cui dovrebbe trovarsi la neve e non dovremmo avere grossi problemi.

Bivacco Clapier

I colori oggi sono fortissimi: un cielo blu intenso e prati marroni e dorati

Il sentiero, dopo i primi metri quasi in piano, comincia subito a salire su tornanti mai troppo ripidi, ma capaci di scaldare per bene gambe e polmoni.

Incontriamo fin da subito una serie di cartelli dove viene spiegato che proprio qui, su questo sentiero, passò Annibale centinaia di anni fa, con i suoi elefanti. Sembra impossibile, ma è proprio così!

Guardando verso le cime, tra un tornante e l’altro , non possiamo fare a meno di notare il forte vento che alza nuvole di neve dalle cime. Per il momento la parete ci protegge, vedremo come cambierà la situazione una volta superata la cresta.

Bivacco Clapier

Ammirando i Denti d’Ambin

Troviamo una coppia di escursionisti sulla via del ritorno che ci confermano che sì, le ciaspole non ci serviranno, ma su in alto il vento è molto forte e la temperatura è decisamente invernale.

Non ci preoccupiamo, siamo organizzati sia con il vestiario che con sacchi a pelo invernali per la notte.

Salutiamo i due colleghi di camminate e superiamo la cresta, ormai già con il primo strato caldo addosso. Ma basta fare due passi oltre il crinale, sul pianoro che ci porterà agli ultimi tornanti, ed eccoci catapultati in Patagonia.

Il vento ci soffia forte e dritto negli occhi alzando la soffice neve caduta recentemente e ci catapulta in una vera e propria tormenta, sebbene in cielo splenda il sole. Nessuno aveva preventivato questa situazione e ovviamente nessuno è organizzato con mascherina o bandana. Ci rendiamo subito conto che raggiungere il bivacco sarà una vera e propria impresa.

Bivacco Clapier

La Patagonia piemontese, sulla strada per il Col Clapier

Tornante dopo tornate, testa bassa, cappelli calati sugli occhi, giacche chiuse fino al limite, capaci di vedere solo le tracce di chi ci cammina davanti e capitanati dal più esperto del gruppo, Giorgio, riusciamo incredibilmente a raggiungere il colle, dopo un ultimo tratto in un piccolo canale di pochi metri, ma che incanala un vento talmente forte e gelido da farci esultare raggiunto l’ultimo cartello.

Seguendo un po’ alla cieca le indicazioni del cartello stesso, prendiamo la direzione della freccia e dei pochi segni che troviamo a terra.

Bivacco Clapier

Raggiungere il Col Clapier è come conquistare l’Everest in queste condizioni artiche

Siamo ormai sul pianoro e le indicazioni dicono che in 20 minuti di cammino raggiungeremo il bivacco, ma ci vuole quasi un’ora per arrivarci, facendo un lungo giro e passando per un punto attrezzato e ghiacciato a terra che mette alla prova tutti quanti.

Poi, in lontananza su una piccola collina, riusciamo a scorgere l’inconfondibile sagoma esagonale del bivacco Col Clapier, una visione nella bufera. Passo dopo passo ci avviciniamo sempre più e poi, Giorgio in testa e uno dopo l’altro tutti quanti, raggiungiamo il bivacco, esausti e mezzi congelati.

Bivacco Clapier

Il bivacco appare come un miraggio architettonico tra le nuvole e la neve

Ci vogliono 15 minuti buoni per riuscire a riprendersi e ricominciare a parlare e muoversi: il vento ci ha davvero provati e nessuno di noi sente più le dita dei piedi e delle mani.

Appena rientriamo in possesso delle nostre facoltà motorie e mentali, ci infiliamo un cambio asciutto, prepariamo i panini e un bel tè caldo. Giorgio ci abbandona poco dopo, la sua avventura quassù finisce presto, anche se lo aspetta un lungo e freddo rientro a valle in solitaria, una lotta contro il tempo per arrivare prima che l’ultimo raggio di sole scompaia. Lo salutiamo e ci godiamo il meritato riposo.

Bivacco Clapier

La magnifica vetrata del Bivacco Clapier regala una vista magnifica, comodamente seduti e al riparo

Meno di un’ora dopo, il vento cala e poi cessa completamente e finalmente riusciamo ad uscire per guardarci un po’ intorno, prima che il buio cali del tutto.

Il bivacco Clapier è splendido: futuristico nella sua forma esagonale, con una vetrata magnifica, all’interno è molto accogliente, tutto in legno con uno spazio soppalcato per dormire.

Bivacco Clapier

Calmato il vento troviamo il coraggio di uscire per ammirare il bivacco senza rischiare l’ipotermia

Prepariamo una zuppa calda e poi decidiamo che fa troppo freddo per rimanere sotto a parlare: ci trasferiamo subito nella “zona notte”, dove tra un boccone e l’altro di ravioli – il regolamento del bivacco in effetti ordina di cucinare all’esterno salvo casi particolari, ma ci sentiamo di dire che il gelo ed il buio fuori configurino il caso particolare, ed in ogni caso siamo super attenti e puliti a non sporcare – già infilati nei sacchi a pelo, passiamo la serata giocando a carte.

Facciamo tardi, se così si può dire, riuscendo a chiacchierare e giocare addirittura fino alle dieci, poi la stanchezza prende il sopravvento e ci abbandoniamo alle abbondanti otto ore di sonno che ci aspettano.

Bivacco Clapier

Momento romantico ammirando la Val Susa e le nuvole

Ci svegliamo ai primi raggi di sole, che in verità non arrivano prima delle otto quassù. Una veloce colazione e siamo già in marcia per la discesa: Michael deve tornare in città per lavoro ed in ogni caso non siamo attrezzati per muoverci qui intorno, c’è molta più neve di quanta non ci aspettassimo.

Rientriamo con calma ma senza troppe pause, godendoci il paesaggio in una giornata grigia, dove le nuvole creano incredibili giochi di luce nel cielo.

Arrivati alla macchina siamo esausti , ma incredibilmente soddisfatti. Abbiamo avuto la nostra esperienza Artica a pochi passi da Torino, inaspettata e difficile, ma sicuramente indimenticabile.

AP