Una giornata di relax ci ha completamente rimesso in forma dopo il lungo trekking. Abbiamo potuto sperimentare il campeggio di Reykjavik, comodo ma un po’ caro – 32 euro per una piazzola, in due! – e ci siamo goduti il lusso di una cena a base di carne, che in Islanda è davvero un lusso per pochi.

Il risveglio è rilassatissimo: doccia, colazione e poi andiamo a recuperare la macchina, non prima di aver preso un bel caffè quasi italiano e aver fatto una spesa veloce.

La prima tappa di oggi è la più lontana, il posto più a Est che visiteremo durante questo viaggio: Vik e Jokulsarlon, la spiaggia dei ghiacci.

La strada è lunga e la parte iniziale, fino a Skogafoss, l’abbiamo già vista due volte in bus, quindi tiriamo dritti verso la seconda metà della strada: una distesa infinita di sabbia nera punteggiata di verde qui e là. Mentre proseguiamo cominciamo a vedere le lingue di ghiaccio sempre più vicine alla strada, siamo arrivati ai piedi del ghiacciaio Hvannadalshnjúkur.

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La baia di Jokulsarlon, un posto davvero magico e incredibile dove le foche giocano con gli iceberg

Superata la cascata di Skaftafell il paesaggio è bellissimo e i ghiacciai arrivano quasi al mare, anzi, qualcuno si tuffa direttamente in acqua! E’ uno spettacolo che ha dell’incredibile, ma non siamo ancora arrivati al posto più particolare.

Alcune curve ancora ed in lontananza vediamo un ponte e a lato diverse auto parcheggiate, è il posto giusto, siamo finalmente arrivati a Jokulsarlon. Una baia al fondo di un ghiacciaio, dove iceberg enormi si staccano dal ghiacciaio e fluttuano e si rivoltano nell’acqua calma fino a raggiungere il mare, fiancheggiati da simpatiche foche che giocano a nascondino tra i ghiacci.

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Due passi tra il ghiaccio e il fango in un paesaggio lunare a Hvannadalshnjúkur

Seguiamo qualche iceberg dalla baia lungo il canale dalle acque velocissime e poi li vediamo tuffarsi nel mare, rotolando e scricchiolando. Rimaniamo estasiati a lungo, ammirando i ghiacci cristallini degli iceberg arenati sulla spiaggia nera, uno spettacolo stupendo.

Poi una passeggiata fino ai piedi del ghiacciaio, o fin dove riusciamo ad arrivare, sprofondando fino al ginocchio nel fango misto a ghiaccio. E’ un paesaggio davvero incredibile, siamo circondati da ghiaccio e crepacci alti come case.

Comincia a far buio e freddo, quindi cerchiamo un posticino appartato poco lontano, lungo la strada, e piantiamo la tenda, in compagnia di diversi altri campeggiatori selvaggi quasi come noi, loro hanno i furgoncini Go Camper!

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Seljalandsfoss, una delle cascate più imponenti e spettacolari di questa terra

Ci svegliamo per il troppo silenzio, dopo una lunga notte di pioggia battente. Una colazione veloce e ripartiamo: oggi il programma prevede quasi 500 chilometri, per arrivare al famoso Circolo d’Oro.

Durante la strada ci fermiamo diverse volte per ammirare una cascata o accarezzare qualche cavallo, ma l’unica vera fermata è alla cascata Seljalandsfoss, una delle poche in cui si può passeggiare dietro l’acqua scrosciante. Decidiamo però di evitare questa esperienza, visto che già a una decina di metri di distanza la doccia è fatta!

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Cavalli, l’Islanda è la terra dei cavalli!

Superata la cascata decidiamo di prenderci una pausa e ci fermiamo nella città di Selfoss, dove non possiamo fare a meno di un bel pranzo da KFC, non proprio salutare, ma troppo buono per resistere.

Il pranzo è addirittura meglio del previsto, con una paperella curiosa che ci frega buona parte del pranzo! Infine ripartiamo e dopo un bel po’ di strada arriviamo alla possente Gulfoss, la cascata dorata.

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L’impressionante Gulfoss, imponente e bellissima, forse solo un po’ affollata

Scorgiamo la cascata da lontano, per la nuvola di goccioline che si alza per metri e metri da terra. Parcheggiamo e ci avviciniamo, anche se avremmo preferito ci fosse meno gente, ma ovviamente non poteva che essere così, uno dei posti più famosi d’Islanda è “affollato”, per gli standard islandesi almeno.

Siamo nel bel mezzo del Circolo d’Oro: gli spruzzi di Gulfoss da un lato e quelli di Geysir dall’altro. Ci godiamo una passeggiata tra gli spruzzi del geyser, le fumarole e le pozze di fango ribollente e poi andiamo a fare un giro veloce a Þingvellir, il punto dove le due placche tettoniche, quella Atlantica e quella Europea. Per alcuni fortunati è possibile fare un’immersione in queste acque cristalline e gelide, ma noi oggi non siamo fortunati.

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Geysir, pronto per il suo spettacolo, chissà quanto sarà alto questa volta lo spruzzo!

Þingvellir non è così emozionante, la passerella è lontanissima dalla spaccatura e troppo affollata, è interessante come sito storico ma nulla più – era la sede dell’antico parlamento islandese, l’Althing.

Stanchi dalla lunga giornata, decidiamo di avviarci sulla strada verso i fiordi occidentali, la nostra prossima tappa, cercando un posto per la notte. Dobbiamo guidare un po’ lungo una strada secondaria, ma come usciamo dall’ombra della montagna eccoci in una piana spettacolare, con un bel sole – un’emozione unica da queste parti!

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Una cena indimenticabile: una piazzola dimenticata, un tramonto infuocato, la nostra tenda e nessun altro

Troviamo una piazzola spaziosa con un bel tavolo da picnic proprio di fronte al tramonto, circondati da una distesa di muschio spessissimo. Montiamo la tenda – sulla ghiaia, il muschio è debole e non si tocca mai! – e ci prendiamo tutto il tempo – meravigliose lunghe giornate delle latitudini a Nord – per la cena e il dolce.

Poi, come il sole tramonta, la temperatura crolla e noi ci rifugiamo veloci in tenda, domani comincia un altro pezzo di questa avventura islandese!

Diario di Viaggio

A.P.