Data Trekking: 13/07/2014
quota partenza (m): 2.023
quota vetta (m): 2.365
dislivello complessivo (m): 342
Accesso:
Dal cortile del Rifugio Selleries, prendere per il sentiero in direzione Punta Cristalliera (EPT 339).
Questa volta il tempo non ci è stato amico e ci ha impedito di raggiungere la nostra meta, stoppandoci poco prima della destinazione.
Il nostro itinerario doveva concludersi con la conquista della Punta Cristalliera, ma condizioni meteo avverse -eh si, purtroppo capita anche a noi- non ci hanno permesso di arrivarci, non in sicurezza almeno. E, dando ascolto ai saggi della montagna, non ce la siamo sentita di sfidare la natura e ci siamo arresi a nebbia e pioggia, toccando appena il 340 mt. di dislivello.
Non per questo non abbiamo nulla da raccontare; al contrario, abbiamo scoperto quante cose si possano fare durante una semplice e breve uscita, e le sorprese non sono mancate neanche questa volta.
Compagnia a raccolta, zaino in spalle e si parte dal Rifugio Selleries -consigliato per la cucina, ottima!- direzione Punta Cristalliera, o almeno questa era l’idea.
Il sentiero è davvero semplice, alla portata di tutti e particolarmente consigliato per famiglie con bambini, sia per la facilità con cui si raggiunge, sia per i panorami e la grande presenza di animali.
Le nuvole danno un tocco in più alle nostre foto di gruppo, non tutto il male vien per nuocere dopo tutto.
Sembra di essere in Paradiso: noi, la montagna e la vallata ricoperta da uno spesso strato di nuvole bianche. La sensazione di essere nettamente separati dal resto del mondo è forte, ancora di più di quanto non lo sia normalmente quando ci si ritrova in mezzo al verde e alla natura che solo le nostre Alpi, e la montagna in generale, sanno dare.
Arrivati ad un bivio abbiamo la possibilità di scegliere tra due diversi sentieri per raggiungere la nostra meta: il primo, sulla sinistra, sale dolcemente conducendo direttamente al Lago della Manica, il secondo, sulla destra, è meno ripido e raggiunge prima il Lago del Laus, proseguendo poi per la vetta e ricongiungendosi con il primo più in alto, poco prima del Lago della Manica.
Le Bergerie ed il bivacco nei pressi del Lago del Laus hanno la meglio sulla nostra scelta; ci dirigiamo, quindi, verso destra, senza fretta, verso la nostra prima sosta ed il brutto tempo comincia a farsi sentire, scende un po’ di nebbia e siamo immersi in una costante pioggerellina.
Le nuvole salgono velocemente, noi acceleriamo il passo cercando di seminarle. La nostra sosta al lago, con la sua bella isoletta, viene cancellata, nella speranza di superare lo strato di nuvole. Belle speranze, peccato che non si avvereranno.
Da qui il sentiero sale in maniera più decisa, ma solo per pochi metri. La vista che ci attende è decisamente scottish, non per questo meno affascinante.
Ormai fradici raggiungiamo il Lago della Manica e non possiamo non rimanerne affascinati.
Una breve sosta per qualche foto ed arriva il momento di decidere: salire fino in vetta oppure rimanere ad oziare al lago.
Quale poteva essere la nostra riposta? Ovviamente “saliamo!“, ma alcuni decidono per l’ozio. Il gruppo si divide, avventurieri in alto, adoranti del pane & formaggio al lago!
Il sentiero che parte dal lago diventa subito impegnativo, inerpicandosi per una pietraia, resa ora scivolosa dall’umidità. I primi dubbi sulla scelta fatta arrivano in fretta, ma un piacevole incontro ci distrae e proviamo a salire ancora.
Dopo una lunga stagione di mancati avvistamenti, finalmente abbiamo la possibilità di incontrare qualche stambecco. Vicino, molto vicino, addirittura troppo. Ci manca poco che possiamo accarezzarli, ma rimangono animali selvatici e ci limitiamo ad osservarli e fotografarli.
Nonostante il piacevole incontro e la voglia di arrivare in cima, ormai molto vicina -o almeno così pare, la visuale è limitata a qualche metro- dobbiamo scendere al lago, le nuvole non ci permettono di continuare ed il terreno sta diventando pericoloso. In più, che gusto ci sarebbe ad arrivare lassù e non poter godere della vista del paesaggio? Meglio conservare la voglia di salire per la prossima volta, ci riproveremo presto.
Ma la giornata non è finita. Ritornati al lago dai nostri amici, bagnati ed accaldati dalla discesa -con tanto di “sciata” sui nevai, da provare!- decidiamo di ravvivare questa uggiosa giornata.
E cosa c’è di meglio di un bagno nel lago?
Cambiamo il fotografo, via i vestiti e, dopo qualche valutazione sulle rocce troppo vicine…splash!
Freddo, freddo, tantissimo freddo! Ma indubbiamente abbiamo rallegrato la giornata, anche al gruppo di scout che passava dall’altra parte del lago e che ci ha spronato, al grido di “tanto non vi tuffate!” .
Ci asciughiamo e il pane & formaggio rimasti ci danno la ultime energie per rientrare, ormai di corsa grazie alla pioggia che comincia a cadere sempre più forte, al rifugio Selleries, dove finalmente ci aspetta un insperato raggio di sole.
“Le montagne – come lo sport, il lavoro e l’arte – dovrebbero servire solo come mezzo per far crescere l’uomo che è in noi.”
Walter Bonatti
E, come al solito, le nostre montagne ci riservano una sorpresa per chiudere la giornata, anzi due.
Eccole qui, una dopo l’altra sulla strada del ritorno.
“La vita solitaria della montagna coi suoi silenzi majestatici e il breve cerchio delle amicizie al paese, gli conferiscono questo fortunato istinto di vigilante temperanza, che è segno preciso di compiutezza e di sufficienza spirituale.”
Carlo Gnocchi
E arrivederci, alla prossima gita.
AP
LOL