Informazioni

Data trekking: 01/06/2020

difficoltà: EE  [scala difficoltà]
esposizione prevalente: Varie
quota partenza (m): 1260
quota vetta/quota massima (m): 2390
dislivello salita totale (m): 1296

località partenza: Gran Faetto,Roure (Torino, Piemonte)

 

 

borgo Rouen

Partenza dal piccolo e carino borgo di Rouen, una camminata in mezzo a vecchie mura e nuove staccionate

Nuovo weekend, nuovi – e vecchi – compagni d’avventura, di nuovo tanta pioggia ed una nuova meta, il Lago Rouen e poi ancora su verso il Monte Robinet, Punta del Lago e il Monte Rocciavrè. Anche questa volta siamo una bella combriccola disorganizzata, due coppie ed un solitario, tre tende e tanta voglia di passare un po’ di tempo da soli immersi nella natura. Purtroppo il meteo non aiuta, siamo sicuri che ci prenderemo una bella lavata con la speranza che forse, dopo, il cielo ci regalerà qualche bella sorpresa.

 

bosco

Finalmente soli nel bosco, saliamo verso i pascoli e verso il Lago Rouen

Partiamo con una bella camminata dalla frazione di Rouen, un piccolo e caratteristico borgo di montagna. Salutiamo qualche simpatico montanaro che vive proprio qui e poi entriamo nel folto del bosco, riparati dai raggi del sole ancora molto forti. Il sentiero sale su a tratti anche ben ripido e ben presto ci avviciniamo ad bel gregge di pecore ed il pastore ci dà qualche ottimo consiglio sul sentiero migliore per raggiungere la vetta.

bivio

Non è facile ripartire dopo una pausa rilassante e diretti verso la pioggia e il freddo

E così scopriamo di dover scendere di almeno un centinaio di metri, stavamo puntando troppo in alto e non ci siamo resi conto di aver sbagliato strada. Scendiamo e raggiungiamo di nuovo il sentiero e siamo pronti per risalire. Si comincia con un bel sentiero tutto rocce e gradoni e si va su fino ad un bel colletto dove ci prendiamo una pausa per un buon panino sostanzioso e intanto facciamo il punto della situazione: le nuvole sono scese ed ora la visibilità è davvero bassa e non sembra migliorare.

neve

Poca visibilità, neve e ancora un po’ di strada da percorrere su terreno gelato e scivoloso

Facciamo una breve votazione e si decide di continuare, di non arrenderci davanti al temporale e di andare avanti. Infiliamo le giacche da pioggia, copriamo gli zaini e si continua a salire, siamo arrivati ormai ai primi nevai e rallentiamo il passo. Per fortuna non si sprofonda, non troppo almeno, e pian piano, cercando di rimanere sulle rocce il più possibile, saliamo verso la nostra meta, il lago Rouen. Il sentiero gira verso destra, sembra sempre di essere arrivati ed invece è un avvallamento da superare, poi un’altro, un’altro ancora: insomma, questo lago non vuole saperne di metter fine alla nostra salita.

lago rouen

Finalmente raggiungiamo il lago e la felicità è davvero grande, anche se l’argine è ghiacciato e chissà dove metteremo la tenda

Poi, superato l’ultimo ripido tratto a lato di una cascata che si infila in un nevaio, eccolo lì, incassato nella conca innevata, siamo arrivati sulle sponde del Lago Rouen. Il meteo è pessimo, le nuvole basse non ci permettono di vedere la cresta che ci circonda e non ci sono spiragli di sole da nessuna parte. Comincia anche a soffiare un bel vento gelido e ci cambiamo in tutta fretta, vestendoci con tutto quello che abbiamo nello zaino.

te caldo

Un tè caldo per rimetterci in forze e riscaldarci un po’

Mentre aspettiamo cercando di capire che fare, se tornare giù e scappare al maltempo o incrociare le dita e resistere fino a domattina, scopriamo che il nostro amico solitario sono almeno 3 anni che non apre la tenda! E non ha la minima idea se sia intera e come si monti!!! Decidiamo di aiutarlo e provare a vedere se è almeno tutta intera, con qualche difficoltà, scollando teli incollati dal caldo, riusciamo a montarla, anche se la puzza di muffa è davvero interessante. Proviamo a fare un tè caldo per scacciare il gelo del vento gelido, ma nemmeno quello aiuta. Il tempo non migliora e un ginocchio dolorante ci fa definitivamente votare – non proprio democraticamente! – per tornare sui nostri passi verso la macchina.

Scivolare

Si scivola verso valle, facile e veloce dritti verso la macchina

Impacchettiamo tutto, tenda malconcia compresa, e a passo lento con un ginocchio sempre più dolorante – ed anche un po’ abbacchiati per la ritirata imprevista – torniamo lentamente verso valle. La discesa è lenta e sotto una pioggia a tratti battente, ad un certo punto il gruppo si divide: un paio corrono giù letteralmente di corsa fuori sentiero, dritti per i prati. Vanno a recuperare la macchina e ci vengono incontro su per la carrozzabile, che altrimenti ci avrebbe costretto a lunghi e snervanti tornanti. E così finisce questa avventura, un assaggio di un lungo giro ad anello che ben presto torneremo a completare.

AP