Data trekking: 05-06/10/2019
difficoltà: EE   [scala difficoltà]
esposizione: Varie
quota partenza (m): 1.230
quota vetta/quota massima (m): 3.089
dislivello totale (m): 1.898

località partenza: Villanova(Torino)
Traccia GPS: https://www.gpsies.com/map.do?fileId=zkrbhcnwmmvthujt

La settimana scorsa lo abbiamo ammirato da poco lontano, dall’altro versante, quello più difficile. Il Monte Granero ci scrutava e ci ha instillato un desiderio: raggiungere la cima! E’ bastato poco, due amici e due cani ed eccoci in macchina, zaino pronto, diretti a Villanova.

E’ una bella giornata, il sole splende anche se il cielo non è completamente terso e per domani sembra che il tempo si manterrà abbastanza bello. Ci incamminiamo senza fretta nel bosco, cercando di tagliare il più possibile la strada e prendere i sentieri che vanno su dritti verso la Conca del Prà. Fa ancora abbastanza caldo, ottimo per poter camminare in maglietta senza aver freddo.

Mentre saliamo i cani corrono e giocano e ci fanno passare il tempo in fretta, nonostante la strada ormai quasi noiosa visto che la conosciamo fin troppo bene. Ben presto arriviamo oltre metà strada, al Rifugio Willy Jervis, all’inizio della Conca del Prà. Ci fermiamo un momento per un caffè e poi ci rimettiamo in marcia, direzione il Bivacco Granero.

Senza perdere altro tempo puntiamo verso laggiù, vediamo già la nostra meta che è ancora lontana. La camminata nella valle, come al solito, non finisce mai, davvero lunga, però i colori dell’autunno che cominciano ad arrivare sono uno spettacolo.

Granero

La colorata Conca del Prà e, laggiù, la nostra meta finale, il Bivacco Granero

Superata la piana ci infiliamo di nuovo nel bosco, che ben presto si dirada e lascia spazio al sentiero che sale su, sempre costante, lungo la cresta che porta diretta al Bivacco Granero. Lungo la strada siamo obbligati a fare tante, troppe fermate: a lato del sentiero si espandono infiniti cespugli di mirtilli blu deliziosi e non possiamo resistere. Ben presto le tasche vuote dello zaino traboccano di palline blu e le mani sono tutte violacee per il succo dei mirtilli.

Con la pancia piena, raggiungiamo finalmente il Bivacco Granero, un piccolo ricovero curatissimo poco sopra il Rifugio Granero, che ha chiuso per la stagione invernale appena un paio di weekend fa. Per fortuna siamo soli, ci sono solo 6 posti – di cui 2 davvero poco comodi – e noi siamo quattro con due cani al seguito. E’ un rischio calcolato visto che in ogni caso in poco più di un paio d’ore potremmo essere alla macchina e quindi, anche se ci fosse qualcuno, avremmo la nostra via d’uscita.

Granero

Che spettacolo il Bivacco Granero illuminato da un bel falò notturno

Ci sistemiamo con calma e, visto che da oggi a colazione non abbiamo ancora mangiato nulla, ci gustiamo un bell’aperitivo in terrazza a base di salame, formaggio e vino, mentre ci godiamo gli ultimi raggi di sole. Come tramonta il sole comincia a far freddo, ma ci siamo preparati: abbiamo raccolto un po’ di legna per un piccolo falò, per scaldarci dopo cena guardando le stelle, ed infatti, riempite le pance e sistemato tutto, con qualche fatica riusciamo ad accendere un bel fuocherello e ci sediamo fuori a guardar le stelle, con una tazza di tè fumante in mano, che spettacolo!

Andiamo a dormire con gli occhi che brillano dalle tante stelle cadenti viste ed il risveglio è anche meglio: una fantastica alba illumina di rosa tutte le vette qui intorno e rimaniamo tutti incollati alla finestra per vederla – fuori fa ancora abbastanza fresco e finché il sole non si alza ce ne stiamo al calduccio dentro al bivacco.

Granero

I primi raggi del sole all’alba illuminano le vette di rosa, davvero bellissime

Facciamo una colazione lunga e che ci riempie per bene, poi sistemiamo il bivacco e lasciamo parte degli zaini, quello che non ci servirà per la salita alla vetta. Abbiamo deciso di dividerci, io e Atti andremo in vetta al Monte Granero, mentre gli altri due si dirigeranno, insieme ai due cagnoni, al Monte Manzol –  il passaggio di grado F potrebbe non essere fattibile senza pericoli per loro due, meglio evitare.

Partiamo per primi, il nostro percorso è più lungo e dovremmo metterci di più. Fuori fa freddo, i raggi del sole hanno appena illuminato la valle ma non scaldano ancora e stanotte ha gelato, ce lo confermano i piccoli laghetti ghiacciati. Prima di iniziare la nostra salita dobbiamo però scendere, giù fino al Lago Lungo e poi finalmente ecco che riusciamo ad infilarci sul sentiero che punta dritto dritto alla vetta del Monte Granero. Camminiamo a passo spedito e ben presto arriviamo alla pietraia poco sotto al Passo Seillerino.

Granero

Ed eccoci finalmente in cima al Monte Granero, con lo spettacolo del Monviso proprio davanti a noi

Di qui ci inerpichiamo su per il canalone per rocce e roccette, tutto molto mobile ma mai pericoloso, un’ultimo sforzo ed arriviamo alle roccette finali che, con un passo solo esposto, ci permettono di arrivare sulla vetta del Monte Granero! Tira un bel vento fresco, però il panorama è talmente fantastico che quasi non lo notiamo: il Monviso svetta a pochi passi da noi e poco prima ecco Punta Roma, una nostra vecchia conoscenza.

Il freddo si fa sentire e chissà se i nostri amici saranno già sulla strada del ritorno! Meglio incamminarsi sulla strada del ritorno, anche perché da fondo valle sta salendo una bella nebbia fitta, meglio sbrigarsi. Scendiamo giù veloci verso il Bivacco Granero e vediamo la nebbia – in realtà nuvole di calore – che si avvicina veloce. Arriviamo al Bivacco e siamo soli, dei nostri amici non c’è traccia, mangiamo un panino e poi facciamo un bel sonnellino. Al risveglio, quando arrivano finalmente i due conquistatori del Monte Manzol, il bivacco è totalmente immerso nelle nuvole.

Granero

Tornati al Bivacco, la nebbia che sale dalla valle ci ha quasi raggiunti, è abbastanza inquietante

Non ci resta che rifare gli zaini e fare una lunga camminata verso la macchina, tutta immersa nella nebbia e a tratti anche una bella pioggerellina, di quelle leggere leggere che ti infradiciano fino alle mutande. Ovviamente, per far passare il tempo e non pensare al poco comfort, ci fermiamo ancora diverse volte a raccogliere mirtilli. Dopo un’oretta abbondante raggiungiamo il Rifugio Jervis, dove ci gustiamo una bella cioccolata calda per alzare l’umore, e poi è ora di incamminarsi lungo il sentiero che ci riporterà alla macchina, giù a Villanova.