E’ l’alba di un nuovo giorno. Anzi no, non è ancora l’alba di un nuovo giorno ma noi siamo già in svegli, dopo una notte turbolenta per via del forte vento che ha fatto sbattere tutta la notte la tenda, svegliandoci più volte. Facciamo un’abbondante colazione a base di pancake, che ci aiuta a scaldarci dal gran freddo che fa fuori. Poi di corsa per mettere a posto tutto, con qualche momento di nervosismo – siamo sempre gli ultimi, per una ragione o per un’altra – e finalmente riusciamo a raggiungere il gruppo, con un gran fiatone e le gambe che bruciano.
Rilassiamo il passo e si comincia a salire l’infinita parete di ghiaia, che per il momento è ben gelata e aiuta a non far troppa fatica.
Il sentiero comincia prima quasi dritto, poi pian piano iniziano i tornanti e man mano che si sale sono sempre più stretti. Si alza di nuovo il vento e la parete è sempre all’ombra, non possiamo fermarci per evitare di congelare così, ognuno al suo passo, si sale senza pause.
Pian piano i primi arrivano al Passo San Antonio, inondati di luce e di calore. Gli ultimi metri, come al solito, sono i più faticosi ed i più soddisfacenti, le gambe son stanche e il fiato è corto, gli occhi puntati alla meta. Quando arriviamo al Paso San Antonio siamo accolti dall’incoraggiamento di quelli già in cima, e dall’altra parte del passo uno spettacolo di valle si apre, come premio per la fatica fatta. Il panorama è di nuovo fantastico, Siula, Sarapo e Jurau da una nuova angolazione, ma superare lo spettacolo di ieri non è possibile. Facciamo un ultimo sforzo e saliamo al Cerro San Antonio, un altro 5.100 da aggiungere alla lista!
Non attendiamo troppo prima di rimetterci in cammino, per poter salire al Paso San Antonio abbiamo dovuto scegliere per la via lunga. Il prossimo campo, nel paesino di Huayllapa, ci rifornirà di provviste, ma per arrivarci dovremo percorrere 13 chilometri di sentiero e più di 1.500 metri di dislivello negativo, una bella strada insomma. Sicuramente ne è valsa la pena, ora è meglio darsi da fare per arrivare prima della cena. Cominciamo la discesa di buon passo, e dopo poco siamo di nuovo fermi per raccogliere dei frutti mai visti prima, una sorta di fichi d’india avvolti in una folta peluria simile a cotone. Mi faccio riempire le tasche dello zaino, poi bisogna affrettarsi per raggiungere il resto del gruppo.
Procediamo spediti per la prima parte, più ripida, poi raggiunta la vallata comincia un’estenuante camminata sotto un sole che si è fatto decisamente troppo caldo. Siamo completamente impolverati e insabbiati ed un vento forte ci soffia dritto in faccia.
Troviamo un posto riparato per fermarci a rifiatare e mangiare un pranzo a base di panini con tonno, avocado e cipolla che Rocio ha portato in giro fino ad ora. Alcuni asinelli pascolano felici nella piana ed uno, particolarmente curioso, viene a farsi fare un servizio fotografico e farci fare due risate mentre mangiamo.
Di nuovo in cammino, la strada si fa infinita, il sentiero è pieno di rocce e dopo tanto camminare cominciamo ad essere sudati, sporchi, stanchi e annoiati. Mettiamo un piede davanti all’altro cercando di chiacchierare per far passare il tempo, anche se dopo un paio d’ore rimane poco da dire. Finalmente raggiungiamo il cancello del villaggio di Huayllapa, paghiamo l’entrata in una nuova zona e un’ultima simpatica discesa di roccette sconnesse ci porta al nostro accampamento per la notte, un bel campetto da calcio! Montiamo le tende e ci precipitiamo alla fontana per darci una sciacquata sotto l’acqua gelida ed in mezzo alle zanzare.
La serata è allietata da qualche bibita gassata comprata al negozietto locale, una temperatura decisamente più alta del solito – siamo molto più in basso delle ultime notti – del buon cibo, poi tutti a dormire presto, domani tocca risalire gran parte del dislivello perso oggi e dobbiamo essere riposati!
Diario di viaggio -> https://www.theworldspaths.com/huayhuash-trek/
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